É bello quando si creano collegamenti lontani. Inattesi. Succede a volte conversando con le persone speciali. Altre leggendo un libro, visitando una mostra, guardando un film. Chi ha visto ad esempio "La stanza accanto" di Almodóvar, sarà rimasto incuriosito dai continui rimandi al "Gente di Dublino" di James Joyce. Una raccolta di quindici (meravigliosi) racconti che nel 1987 fu portata al cinema da un John Huston ormai anziano e già gravemente malato. Opera d’interni. Per assurdo lontana dalla capitale irlandese. Che ricrea in studio un malinconico carillon di esistenze, intorno alla festa organizzata da Kate e Julie Morkan. A distanza di anni, il film (nella foto) colpisce ancora per semplicità e bellezza. Per quella volontà di condividere nei giorni più difficili una riflessione quasi cechoviana sulla morte, il tempo che passa, il senso ultimo della vita e degli affetti.
Prima che la neve torni a coprire ogni cosa. Non facile da trovare sulle piattaforme, la Cineteca lo propone in esclusiva all’Arlecchino, fino al 6 gennaio. All’interno di una programmazione sempre piuttosto ricca. Dove s’alternano diversi titoli in prima visione e gioielli d’archivio. Fra le rassegne, da segnalare almeno quella nuova dedicata a Luis Buñuel. Tredici capolavori in programma da mercoledì 1, spesso in replica anche la mattina. Si va da "Tristana" a "Bella di giorno", da "Il fascino discreto della borghesia" a "Il fantasma della libertà" o "Quell’oscuro oggetto del desiderio". Info: cinetecamilano.it. Diego Vincenti