
Sting
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"Non la suonavo da anni perché pensavo avesse perso la sua rilevanza e invece…" ammette Sting parlando di “Russians“, la canzone scritta in piena Guerra Fredda e ristampata in primavera per raccogliere fondi a favore dell’Ucraina.
Quel frammento del primissimo album solista “The dream of the blue turtles“ ha trovato posto per qualche tempo nello spettacolo con cui l’ex Police si offre in pasto stasera agli appetiti del Forum di Assago, ma poi è tornato in archivio.
Il repertorio di questo monumentale My Songs Tour, 174 concerti in quattro Continenti, è grossomodo, infatti, lo stesso messo a punto dal bassista di Newcastle per la residency al Colosseum del Caesar Palace di Las Vegas, vale a dire 19-21 pezzi con otto cover dei Police e il resto attinto da cinque album della discografia solista tralasciando, presumibilmente per usura, proprio quello delle “Tartarughe Blu“.
Ad Assago lo spettacolo è già transitato nel 2019, ma la pandemia ha finito col resettare tempi e attese creando le premesse per un nuovo bagno di folla. Varato a primavera 2019, infatti, l’elefantiaco giro di concerti messo in strada sa Mr. Sumner a sostegno della raccolta di auto rivisitazioni "My songs" conta su una band di sei elementi, capitanata dall’irrinunciabile Dominic Miller (affiancato alla seconda chitarra dal figlio Rufus), e due coristi.
E se Miller si porta sul palco l’erede, pure Sting affida l’apertura dello show alla formazione del figlio Joseph “Joe“ Sumner. "L’idea di ‘My songs’ ha preso il via a Capodanno di cinque anni fa, quando mi è stato chiesto di cantare ‘Brand new day’ a Time Square" racconta il bassista di Newcastle, 71 anni, che in scena non lesina hit, tornando indietro nel tempo fino a “Walking on the moon“ (che fonde con ‘Get up stand up’ di Bob Marley) o “Roxanne“. "Un inno all’ottimismo come ‘Brand new day’ meritava di essere riarrangiata e reincisa con un sound più contemporaneo rispetto a quello di vent’anni prima. È andata benissimo, tant’è che la nuova versione è arrivata fino all’8° posto della classifica di iTune. Da lì l’idea di costruirci attorno un album intero".
Nonostante i brani dei Police rimangano il piatto forte dello show, sciolti nel 1984 e ricostituiti (per garantirsi una degna pensione) nel biennio 2007-08, nessuna nostalgia. "Sinceramente, non penso che nell’età adulta si possa far parte di una band" ha detto in un’intervista l’autore di “Fragile“ che durante la pandemia avrebbe lavorato pure alla colonna sonora del musical americano “Houdini“. "I gruppi sono roba da adolescenti e chi si sente in quella condizione sulla soglia dei settant’anni? Non ti permette di evolvere".
Concetto su cui Mick Jagger o Angus Young avrebbero forse qualcosa da ridire. "Per quanto ami gli Stones e gli Ac/Dc, è difficile vedere una crescita nella loro musica. Per me stare nella band era solo il mezzo con cui arrivare alle canzoni, non il contrario".