
Rodrigo de la Serna interpreta il Papa
Milano, 4 dicembre 2015 - Periodo d'oro per il produttore cremasco trapiantato a Roma Pietro Valsecchi, fondatore della casa produttrice Taodue, che festeggia l’ottima uscita nelle sale del suo film sul Papa - “Chiamatemi Francesco” - e il grande successo del suo romanzo, “Prima famiglia”, del quale ha venduto i diritti in venti Paesi del mondo.
Un periodo pieno di soddisfazioni.
«Ho 62 anni e dopo aver scritto tante sceneggiature ho provato a scrivere un libro mio. È la prima parte di una trilogia che ho già abbozzato e che completerò a breve».
Il film sul Papa...
«Questo uomo mi ha colpito e con il regista Daniele Luchetti abbiamo deciso di approfondire. Siamo andati in Argentina per parlare con chi lo conosce, con i suoi amici. Ne è uscito un film laico, ma di grande emozione».
Il Papa l’ha visto?
«Sì, l’ha visto. Ho incontrato Sua Santità mercoledì mattina per qualche istante. Non ho fatto in tempo a chiedergli se il film gli fosse piaciuto. Mi ha stretto le mani e mi ha chiesto di pregare per lui».
Certo che per sfidare la sala cinematografica in questi momenti ci vuole un certo coraggio.
«Penso che alla gente questo film entrerà nel cuore e non mi deluderà. Ho investito 12 milioni e fatto lavorare 3mila persone per realizzarlo. È un film importante».
E il libro da poco scritto? Come mai Valsecchi formato scrittore?
«Questo è un libro che io definisco necessario. La storia principale di “Prima famiglia” riguarda due fratelli immigrati in America. Racconto di due fratelli che vivono l’immigrazione in modo diametralmente diverso. Il primo studia e si impegna per migliorare e sfondare; il secondo vede gli Stati Uniti come sfruttatori di poveri emigranti».
Lei con chi si identifica?
«Con nessuno dei due. Mi identifico con Toni, il personaggio sognatore. Da bambino, a Crema, mi rifugiavo nel cinema Nuovo. Avevo 10 anni, mia madre era morta l’anno prima e io stavo nel cinema tutta la domenica pomeriggio. Poi ho conosciuto il gestore che in una domenica di grande affluenza mi chiese di aiutarlo. Mi fece entrare gratis. Poi mi fece vedere la camera di proiezione. Ricordo che portavo via pezzetti di film tagliati. Lì è nata la mia grande passione per il cinema».
Le manca un po’ Crema, dove è nato?
«Mi manca la nebbia. Ricordo giornate di grande nebbia. Uscivamo io e un mio amico con due ragazze e per la nebbia ce le siamo scambiate. Io ho baciato la sua».
A Crema l’8 dicembre ci sarà l’anteprima a Crema del suo film, con vescovo e sindaco in sala. Lei ci sarà?
«No, sono a Parigi, ma interverrò telefonicamente».