
I Virgin Steele protagonisti stasera del Battlefield Metal Fest al Magnolia
Milano – Come si conviene ad una festa del metal, il titolo è bellicoso: Battlefield. L’idea di trasformare il Magnolia nel proprio “campo di battaglia” è dei Blind Guardian, protagonisti oggi di una maratona senza respiro impreziosita dalle presenze pure di Virgin Steele, che tornano in Italia dopo 15 anni d’assenza, e Ross The Boss. Apertura porte alle 18. Avvio alle 18.25 con le chitarre urlanti dei Drakkar, band milanese in sella da trent’anni tondi tondi pronta a sguainare suoni e atmosfere dell’ultimo album “Spread Your Wings”, uscito nel 2014. Alle 19.20 l’irruzione del settantunenne Ross The Boss Friedman, vero e proprio pilastro dei Manowar anni Ottanta, deciso ad infiammare con la sua Gibson una setlist attinta per lo più da un super classico degli stessi Manowar quale “Sign of the hammer”.
Questo anche se a tenere banco, Blind Guardian esclusi, è probabilmente la rentrée italiana dei Virgin Steele. David De Feis, Edward Pursino, Joshua Block, Matt McKasty saranno in scena alle 20.30 con un repertorio incentrato su album seminali della loro discografia quali “Invictus”, “The marriage of Heaven and Hell”, “Noble savage” e il ben più recente “The passion of Dionysus”. Blind Guardian sul palco alle 22 con un set di un’ora e mezza che da “The ninth wave” porta a “Mirror mirror” e “Valhalla”. In esclusiva italiana, i campioni del power metal tedesco guidati da Hansi Kürsch e André Olbrich portano in tour un set che lega trentasette anni di storia con particolare attenzione all’ultimo album “The God machine”, uscito nel 2022, da cui affiora lava rovente come “Blood of the elves”, “Deliver us from evil” e “Violent shadows”. "Nato durante la pandemia, in ‘The God machine’ volevamo definire un nuovo sound per i Blind Guardian", ammette Olbrich.
"Qualcosa un po’ anni Settanta, vista la passione che nutro per Deep Purple e Led Zeppelin. Se per me c’era una cosa da evitare, infatti, erano quelle chitarre eccessivamente piene e distorte alla Korn, Slipknot, Disturbed che vanno tanto di moda. Questo anche perché il mio eroe è Eddie Van Halen e ho sempre amato il suo sound". Salvo imprevisti, sempre possibili nel loro caso visto che tra “The God machine” e il predecessore “Beyond the red mirror” ci sono sette anni (“Legacy of the dark lands”, uscito nel 2019, era un concept sinfonico di natura storico-letteraria che avevano nel cassetto da un decennio), il nuovo album dovrebbe uscire nel 2026. "Quando fai questo mestiere da un lato c’è la passione e dall’altro il professionismo" rimarca Kürsch. "Diciamo che nei Blind Guardian di entusiasmo ce n’è ancora parecchio. Ci sono nuove platee da conquistare e nuovi mercati su cui affacciarsi. Quindi sotto questo aspetto di stimoli e motivazioni ne abbiamo in abbondanza. Sinceramente non riesco ancora ad immaginarmi il giorno in cui ci troveremo a corto di idee".