
Vite tutt’altro che parallele. Dai rimandi non immediati. Capaci tuttavia sul palco di scoprirsi complici. In un dialogo fitto....
Vite tutt’altro che parallele. Dai rimandi non immediati. Capaci tuttavia sul palco di scoprirsi complici. In un dialogo fitto. Su temi spigolosi. Indagando il rapporto fra il corpo e la protesta, l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio. “L’estasi della lotta“ è un gran bel titolo, nuova produzione Elsinor insieme al Lac di Lugano, martedì e mercoledì al Teatro Fontana all’interno della rassegna Itaca. Un progetto di Carlotta Viscovo (in foto) sempre molto convincente, qui in solitaria per un monologo affidato alla scrittura di Angela Demattè. Da una parte si ragiona su vita e opere di Camille Claudel, scultrice incredibile eppur ricordata soprattutto come amante di Rodin; dall’altra è la protagonista a raccontarsi, condividendo in particolare i lunghi anni di esasperazione e oblio da rappresentante di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo dal vivo (per la Slc Cgil).
Dimensione intima, quindi. Ma dalle tensioni trasversali, ampie. Per comporre il ritratto di due donne e di due artiste in lotta, in bilico fra ambizione e ansia di giustizia. Dentro una complessa parabola esistenziale. Che sul palco prova a svilupparsi attraverso linguaggi diversi. Anche grazie a un’ottima locandina. Con la performer Alessandra Cristiani a curare i movimenti, Alice Sinigaglia come dramaturg, mentre i video sono firmati da Ivonne Capece, direttrice di via Boltraffio. Bella squadra. Per un lavoro dove la scultura diventa anche insolita grammatica scenica, spunto formale e aggancio teorico. Due gli appuntamenti Extrapalco: martedì una chiacchierata dopo lo spettacolo; mercoledì pomeriggio un vero tavolo di orientamento "su contratto nazionale, tutele sindacali e stato dell’arte". Una giornata di lavori, dalle 14.30 in avanti, a cura del Fontana insieme all’Ass. Ateatro.Diego Vincenti