ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

"Il Calendario di Frate Indovino? Sono io che disegno i 12 mesi"

Intervista a Severino Baraldi, storico maestro "figurinaio"

Severino Baraldi

Milano, 5 gennaio 2018 - In fondo a Ripamonti, dove Milano si confonde col Vigentino, il bagliore aggrovigliato e vorticante dell'immaginazione nella casa-bottega di un mago, o quasi: Severino Baraldi. Illustratore, copertinista, o figurinaio, per dirla nel rispetto della più gradevole italica tradizione. Ha disegnato e dipinto storie e fiabe infinite (240 volumi, anche in cirillico e greco, senza contare 7 anni di collaborazioni per l'inglese “Look and Learn”, e altre riviste...).

Una vita come una favola, o quasi. Quando inizia «Nella Lombardia più orientale, a Sermide. La leonessa del Po. Paesino diventato città per meriti risorgimentali. Il 29 luglio 1848 l'insurrezione antiaustriaca la devastò brutalmente. Tutto sembrò bruciare nel fuoco. Vede, l'ho illustrato in questo libro. Lo regalano agli ospiti illustri. Ma non ricordo la mia data di nascita (1930 ndr)». I primi passi nella bottega di papà barbiere «Nelle mie biografie scrivono che, ancora bambino, per i clienti disegnavo col gesso Bepe cul sumarin (Giuseppe con l'asino) sul pavimento. Ma come si fa a lavorare in certi ambienti !». Però il premio «L'O di Giotto», la Cooperativa Sociale Veneto Assistenza gliel'ha conferito. Riconoscimento a una lunga carriera e alla particolare attenzione all'illustrazione sacra... «Ho fatto, sì, quattro Bibbie.

La prima per i frati dell'Antoniano di Padova. Mi avevano licenziato all'agenzia di pubblicità dove lavoravo, trasferito a Milano venticinquenne. Ma scoppiò la crisi di Suez (1956 ndr). Mostrai le tavole anche agli editori milanesi. Servirono da passe-partout nel campo scolastico e nella produzione per ragazzi. Non mi sono più fermato». In Giappone come ci è arrivato «Viaggio premio offerto da Shogakukan, con il diploma per la mia opera illustrata nella collana delle Biografie Internazionali per Ragazzi e Ragazze». L'ultima Bibbia «Quella trascritta da Monsignor Ravasi per l'editore Fabbri, che mi fece il complimento più originale: i pittori incominciano con un capolavoro, e poi tirano a campare. Invece lei, Baraldi, migliora col tempo».

E oggi Frate Indovino la benedice «intramontabile maestro». Del Calendario 2018 con le sue illustrazioni si calcolano almeno 5 milioni di copie vendute; 12 mesi colorati di primavera in onore dei più sapienti pionieri, i nonni. Quanti nipoti ha «Da tre figlie, 10 nipoti, e quasi 2 pronipoti (uno in arrivo)». Qualcuno ha ereditato il suo talento «Di mia figlia Donatella è questo foglio (mostra un vibrante trasparente disegno dipinto ndr). Ma è mancata. Due nipoti, in particolare, sono molto bravi, hanno fatto studi artistici. Non riesco però a immaginare per loro un futuro di lavoro». Preferisce la prospettiva del passato «Amo raffigurare la storia antica, sì. Ma c'è sempre il movimento delle persone, della vita, nelle tavole, una al giorno, che continuo a disegnare. Come queste per il Calendario 2019 di Frate Indovino: interrogano proprio sul confronto tra ieri e oggi».