Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023, Mattarella alla cerimonia d'inaugurazione

Le due città collegate per l’evento. Il presidente della Repubblica: "Sarà un grande esercizio di libertà, cui guarderà l'intero Paese"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione

Brescia, 20 gennaio 2023 - Nel 2023 Bergamo e Brescia saranno centri di arte, storia, musica, cinema e bellezza: da oggi saranno ufficialmente, insieme, Capitale italiana della cultura. La scelta è avvenuta nel 2020, quando il governo italiano decise di premiare le due città all’epoca duramente colpite dalle prime fasi della pandemia di Covid-19.

L’anno scorso, Regione Lombardia ha stanziato 12 milioni di euro per sostenere opere, iniziative e progetti culturali e di riqualificazione. Tra le opere più rilevanti che toccheranno i territori di Bergamo e Brescia nel 2023 c’è sicuramente la Ciclovia della Cultura, di cui è stato ufficializzato l’itinerario. Il percorso sarà lungo circa 75 chilometri, toccherà le mura venete di Bergamo città fortificata, il Complesso di San Salvatore e Santa Giulia e l’area archeologica del Capitolium, permettendo ai ciclisti di ammirare castelli, monasteri, ville, centri storici, borghi e cascine.  Il Museo della storia di Bergamo è stato restaurato, il Capitolium di Brescia è stato riallestito e tutta una serie di percorsi espositivi sono stati organizzati anche grazie ai contributi Unesco.

La (doppia) cerimonia di inaugurazione

Tutto ha preso avvio oggi, con l’evento di inaugurazione, che ha visto la partecipazione del presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, dei sindaci di Bergamo e di Brescia, Giorgio Gori ed Emilio Del Bono; le due assessore alla Cultura, Nadia Ghisalberti e Laura Castelletti, nonché il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.  In apertura è stato esguito l'inno nazionale da parte di un grande coro di voci bianche (da Brescia), con un'introduzione di Gianluigi Trovesi al clarinetto, da Bergamo. A seguire, durante la cerimonia, è intervenuto il pianista Danilo Rea, unitamente al soprano Laura Ulloa, che ha eseguito  brani del repertorio donizettiano.

Mattarella: "La cultura è libertà"

Alla cerimonia di inaugurazione, oggi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato accolto con un lungo applauso dei 205 sindaci bresciano riuniti al Teatro Grande, mentre in contemporanea l'evento era anche al Teatro Donizetti di Bergamo. "L'esercizio che Brescia e Bergamo si apprestano a intraprendere è un grande esercizio di libertà, cui guarderà l'intero Paese" ha detto Mattarella, che ha fatto poi una riflessione sulla cultura come elemento fondativo della costituzione italiana. Quando, all'Assemblea costituente, si discusse se inserire la promozione della cultura tra i principi fondamentali della nostra Carta, non mancarono dubbi e qualche resistenza. Ma la Repubblica si assunse solennemente quel compito". Su Bergamo e Brescia, gemellate in questo appuntamento, ha detto: "Duramente colpite dalla prima ondata della pandemia, quando un virus aggressivo e sconosciuto ha mietuto, nel nostro Paese, migliaia di vittime. E hanno saputo reagire, dando vita, e alimentando con i loro valori, quel modello di solidarietà che ha consentito di affrontare la crisi". Non sono mancati i riferimenti alla situazione attuale in Europa: "Stiamo rivivendo la tragedia della guerra, che speravamo fosse riposta per sempre negli archivi della storia dopo gli orrori che abbiamo allora conosciuto. Ed è proprio il mettere la dignità integrale della persona al centro di ogni azione che ci porta a stare dalla parte di chi è aggredito e lotta per la propria indipendenza e libertà". "Il procedere della nostra storia- ha segnalato Mattarella - ha dimostrato quanto il peso e il valore della cultura siano diventati determinanti per il progresso del nostro popolo", ha concluso il presidente della Repubblica. Al termine del discorso el Capo dello Stato, è partita una standing ovation di tutto il pubblico del teatro Grande di Brescia e del teatro Donizetti di Bergamo. Mentre lasciava la sala il presidente si è fermato molte volte a stringere le mani dei sindaci che hanno gremito la platea per l'occasione.

Del Bono: "Anno di riscatto e di rinascita"

"E' con emozione che oggi apriamo un anno carico di bellezza e di novità. Brescia con Bergamo si apprestano a vivere mesi intensi, nei quali la nostra storia, i nostri monumenti, i nostri musei e le nostre piazze, le nostre chiese si animeranno di occhi e sguardi curiosi e di orecchie protese all'ascolto", ha detto il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, durante la cerimonia di inaugurazione. "Siamo pronti ad accogliere", ha assicurato Del Bono, spiegando che le due città lombarde "conoscono bene il valore e il senso dell'accoglienza, che è una cultura, la cultura della cura. Quella cura che abbiamo donato e trovato nei giorni cupi della pandemia e che ci ha permesso di non sentirci troppo soli. E' quella cura figlia di una cultura e di una civiltà che ha fatto sì che migliaia di nostri cittadini si mettessero a servizio di chi stava male e di chi aveva poco ed era disorientato. Bergamo e Brescia sono stati e sono laboratori anche di umanità e di tenerezza. Città associate all'operosità, alla durezza e fatica del lavoro, alla dinamica e vivace economia, che hanno tuttavia saputo coniugare la concretezza dell'azione, con l'umanità della presa in carico". E' stato proprio "in quei giorni difficili e incerti del 2020 - ha ricordato Del Bono - che abbiamo individuato la strada per uscirne più consapevoli e forti e abbiamo trovato nella grande comunità dei sindaci e degli amministratori sostegni sinceri e decisivi e un Parlamento attento di fronte alla richiesta avanzata da me e Giorgio Gori di poter godere di un anno di riscatto e di rinascita, questo".

Gori: "Forte valore simbolico"

L'anno che vede Bergamo e Brescia Capitale della Cultura italiana è "un grande privilegio, che viviamo con orgoglio e gratitudine nei confronti di chi ha voluto accogliere l'istanza» inviata nel maggio del 2020 al ministro della Cultura, «anzitutto per dare alle nostre città, gravemente ferite dal virus, un segnale di reazione e di speranza. Il titolo, assegnato direttamente dal Parlamento, ha assunto per le nostre comunità un fortissimo valore simbolico, un vero orizzonte di rinascita. E ci ha motivati a costruire un progetto ambizioso, che speriamo all'altezza della generosità di quanti ci sono stati vicini". È quanto ha detto Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, in diretta dal Teatro Donizetti e collegato con Brescia.  "Bergamo e Brescia si racconteranno all'Italia e all'Europa lungo un anno che vuole essere l'innesco di un percorso di sviluppo, sociale ed economico, fondato sulla cultura - ha aggiunto Gori -. Alla base del progetto complessivo c'è infatti l'idea della cultura come grande forza generatrice, strumento di emancipazione per gli individui e per le comunità. Abbiamo lavorato per innescare queste energie, con l'obiettivo di tessere solide relazioni tra due territori che, benché confinanti, molto simili e accomunati da morfologia, storia, tradizioni e profilo economico, non avevano una consuetudine di collaborazione".

Fontana: "Un modello valido per l'intero paese"

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana, che è candidato per il centrodestra alle prossime elezioni regionali del 12 e 13 febbraio, ha detto: "La Capitale della Cultura 2023 è un'opportunità a vantaggio dell'intero territorio regionale. Le due città sapranno portare un valore aggiunto e un modello valido per l'intero paese. Due delle città più importanti della nostra regione rappresentano il più grande comparto manifatturiero d'Italia. Siamo al cospetto di terre, cultura e lavoro, note al mondo intero per l'innato spirito di intraprendenza, lavoro e solidarietà". "Bergamo e Brescia dimostrano oggi saper trasformare la pandemia in un'occasione di rigenerazione per il futuro. La Città dei mille e la Leonessa d'Italia saranno più unite che mai, con percorsi di mobilità dolce, e con un'idea di cultura capace di dare risposte anche a scienze, ambiente, benessere e innovazione». Fontana definisce il progetto Capitale delle due città come «un nuovo rinascimento, nel segno del saper fare». "A noi lombardi, signor Presidente, le sfide piacciono - ha detto Fontana rivolgendosi direttamente a Mattarella -. Siamo un territorio creativo e non vediamo l'ora di presentarlo al resto d'Italia".