
Ramin Bahrami
Milano, 15 marzo 2016 - «La musica, il sollievo più grande di tutti i tempi». Ben può dirlo Ramin Bahrami che, arrivato a Roma a 11 anni in fuga dall’Iran khomeinista, grazie al suo straordinario talento musicale ottenne una borsa di studio e in Italia trovò una seconda patria. Oggi Bahrami (che ha anche sposato una italiana e ha una bimba di due anni) è internazionalmente conosciuto come “il pianista nel nome di Bach”. Bach domina pure il programma del concerto che Ramin terrà a Milano, accompagnato dai solisti dell’ orchestra di Santa Cecilia. Sarà l’Offerta musicale, pezzo che tocca il vertice del concetto di Variazioni sul tema. «Questa “Raccolta di canoni e fughe” su un unico tema - dice Bahrami, che l’ha appena inciso per Decca - nacque, si dice, da un “tema” composto da Federico di Prussia, uomo di grande cultura musicale. Su questo tema, detto “reale”, Bach avrebbe elaborato appunto la sublime composizione de l’Offerta musicale».
Per il suo concerto milanese, lei accennava anche a un video scenografico. Di che genere?
«È stato il bellissimo castello Sans-souci di Potsdam, dove Bach soggiornò, a suggerirmi l’idea di un commento visivo per far capire la passionalità di quest’opera. Sarà un video (realizzato dalla regista Mariangela Malvaso) in cui il castello si anima, si accende. Verrà proiettato in prima assoluta».
Bach, non vuole una astrazione completa, senza immagini?
«No, questo è un errore. Certo, la musica in genere è matematica, astrazione. Ma la matematica pura, la ragione, è Kant, Hegel. La musica non va pensata come pezzo razionale, speculativo. La musica, e anche Bach, è matematica più poesiapiù cuore».
Questo concerto ha una finalità particolare. È un progetto che lei conta proseguire?
«Lo spero. Il progetto di Vidas è la costruzione di una Casa Sollievo Bimbi per ospitare bambini affetti da malattie inguaribili in fase avanzata. La considero un’opera meravigliosa. La musica e l’arte possono tanto, in tutti i campi. L’Italia, che ha la più grande concentrazione mondiale di opere d’arte, non fa abbastanza per mettere in valore questo patrimonio. È già lì, tutto pronto, diciamo pure, da sfruttare. Perché il signor Renzi non prende esempio dal premier canadese che ha destinato alla cultura il 300 % del bilancio pubblico? Non è una decisione benefica: è un calcolo ragionato, e certo redditizio. La cultura dà da mangiare. Se i governanti capissero!».
Ci pensa un po’, Ramin Bahrani, grande interprete bachiano. Poi sbotta: “Bach! Bach è il passato, il presente, il futuro. In Bach c’è più rock che in Vasco Rossi.”
Teatro dal Verme, mercoledì 16 marzo ore 21, biglietti da 50 a 130 euro, scheda di prenotazione www.vidas.it; in sede Corso Italia 17, da lunedi a venerdì (ore 9-17)