
Anna Tifu
Milano, 8 marzo 2017 - Anna Tifu è il volto del violino italiano, considerata uno dei maggiori talenti internazionali. Nata a Cagliari 31 anni fa, papà romeno, mamma sarda, la violinista è ospite questa sera al concerto del premio Oscar Michael Nyman, “Pianoforte solo, musiche da film”, un evento benefico a favore dei bambini del Centro Italia colpiti dal terremoto, organizzato dalla Fondazione Rava in collaborazione con UniCredit Pavilion, che ospita l’evento. Compositore, pianista, direttore d’orchestra, fotografo e regista Nyman ha composto per la giovane violinista “On the fiddle”, brano che eseguiranno per la prima volta dal vivo insieme. «In concerto ci deve essere un feeling particolare - spiega Anna Tifu - con Nyman è stato immediato ed è la prima volta che suoniamo insieme». Fra qualche mese uscirà per Warner Classic il primo cd dell’artista, con il pianista Giuseppe Andaloro ha inciso la Sonata di Cesar Frank, la Sonata di Maurice Ravel-Beethoven e del compositore romeno George Enescu.
Quando ha capito che il violino sarebbe stato la sua vita?
«Mio padre è stato primo violino nell’Orchestra di Bucarest e in quella di Cagliari, il mio primo insegnante, mi ha tramesso la sua passione. A sei anni ho iniziato a studiare, a otto ho vinto il primo concorso, non mi è mai sembrato difficile suonare il violino, in due anni imparavo brani che altri preparavano in cinque».
La sua famiglia ha influenzato la scelta?
«Mio padre è stato importante, ma ho iniziato i primi concerti presto e questo mi ha stimolato. Vorrei che tutti i bambini conoscessero la musica, è una tale gioia. A 12 anni ho suonato alla Scala, durante quel concerto ho capito che volevo diventare una violinista. Per la prima volta, ho avvertito l’ansia di andare in scena, a otto anni non senti la responsabilità di esibirti davanti al pubblico. Partecipare e vincere concorsi autorevoli fin da bambina mi ha spronato a fare sempre meglio, a trovare nuove motivazioni per continuare».
Cosa crede di aver ereditato dai suoi genitori?
«Da papà il talento, anche lui è stato un bambino prodigio, ho il suo stesso carattere, come lui sono determinata e ambiziosa. Mamma è una persona solare, positiva, capace di sdrammatizzare e ridimensionare le difficoltà, cerca sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno. Sono il mio riferimento continuo».
Si definisce sarda rumena.
«Amo tornare in Romania, un Paese in cui la musica scorre nelle vene di tutti, un talento diffuso che si riflette nel mio modo di suonare. Quando cammino per Bucarest ascolto i violinisti di strada e resto sempre impressionata dalla loro bravura. La Sardegna mi ha dato la libertà, adoro il mare, mi piace la cucina sarda».
Il suo repertorio spazia dal grande repertorio a quello contemporaneo.
«Ho interpretato i concerti di Brahms, Cajkovskij, Shostakovich e Piazzolla, ma vorrei avere più occasioni per affrontare i contemporanei, ti aiutano a rileggere il passato».
I fondi del concerto serviranno a costruire tre scuole nei paesi terremotati.
«A novembre ho suonato a Macerata, una città colpita, seppur in modo più lieve. Sono rimasta impressionata dalla grande partecipazione del pubblico, in tanti sono venuti in camerino per ringraziarmi».
Pianoforte solo, musiche da film”, stasera alle 21 all’Unicredit Pavillon, piazza Gae Aulenti 10. L’intero ricavato del concerto sarà devoluto a favore dei progetti di edilizia scolastica per Norcia e Cascia.