
Alesandra Ferri nei panni di Giulietta Sotto col partner Herman Cornejo
Milano, 30 dicembre 2016 - Alessandra Ferri, a 53 anni, torna alla Scala per Capodanno: una notizia che ha riscaldato subito il botteghino. Ballerà con il 35enne Herman Cornejo nel “Romeo e Giulietta” del suo mentore, Sir Kenneth MacMillan, la versione coreografica con cui Alex ha dominato negli anni di contratto come guest star al Piermarini. Dopo aver lasciato le scene nel 2007, rieccola in piena forma nel “suo ruolo” più vibrante.
Come mai? «Succede di tornare sui propri passi perché si rinnova il nostro sguardo sulla vita, senza doversi più adeguare a modelli di donna imposti per secoli. Sta a noi cambiarli. Mi sono accorta di essere diventata un’icona, per questo, pur senza volerlo».
Che effetto fa tornare alla Scala nel “balletto di tutta una vita”? «Ho colto un’opportunità che mi hanno offerto il Sovrintendente Pereira e il Maestro Olivieri, per una sola data, perché dal 1 gennaio sarò a Londra dove riprendo Woolf Works di Wayne McGregor, che sarà anche al cinema l’8 febbraio. Mi piace che quello del 31 a Milano sia un evento unico, come lo è stato al Metropolitan a giugno».
Come è adesso la tua Giulietta dopo la Léa in “Chéri” di Martha Clarke e la Duse per John Neumeier, fatte per te? Cosa è cambiato? «Ogni esperienza ti lascia una traccia, certo. C’è un’evoluzione continua. Per me Giulietta oggi ha una freschezza nuova; non si tratta di rincorrere la giovinezza perduta, ma di vivere l’età che si ha, con pienezza, con energia, con tanti sogni; sento che c’è in me ora più spazio, più silenzio, meno spettacolo, che ci sono più sfumature».
Dopo Julio Bocca e Maximiliano Guerra, adesso danzi con un altro argentino dell’American Ballet Theatre, Herman Cornejo, tuo partner anche nella vita. C’è una latinità in questa scelta dei compagni di scena? «Forse gli argentini sono mezzi italiani ma soprattutto sono umili, autentici, non mettono in primo piano l’ego. Mi fa orrore ballare con l’ego di qualcuno, invece che con una persona».
Stai preparando qualche novità? «Farò Onegin all’ ABT e poi andrò al Royal Ballet di Londra dove ho in vista un nuovo progetto top secret. Adesso mi interessano soprattutto le nuove creazioni».
Herman Conejo dichiara tutta la sua soddisfazione.
Come si è sviluppata la magia della partnership con Alessandra Ferri? «Siamo noi stessi sorpresi di come ballare insieme risulta organico, gioioso, facile, emozionante. Guardavo Alessandra in scena con i più grandi ballerini, tra le quinte all’ABT, e che toccasse anche a me un giorno era un sogno che pensavo impossibile».
Ballare con Alessandra ti ha fatto sviluppare nuovi aspetti nelle tue interpretazioni? «Ho sempre pensato che la danza fosse il mezzo per esprimere me stesso, in ogni ruolo, più o meno tecnico. Attraverso l’esperienza con Alessandra, iniziata con Chéri quattro anni fa, quando è nata questa bellissima chimica tra noi, dopo un centinaio di serate insieme, sento che ci vuole un artista per riconoscerne un altro e che bisogna essere in due per completarsi nell’opera».
C’è un’eccitazione speciale nel ballare alla Scala? «È un altro sogno che si realizza, e per di più con Alessandra; non ho parole per descrivere questo momento fantastico».