
Al Bano
Milano, 13 luglio 2018 - Al Bano a un Festival che conta sempre la presenza di qualche Premio Nobel e Pulitzer conferma il carattere della Milanesiana. Rassegna trasversale. Rapida nello stare al passo con una città vocata per l’innovazione. Scegliendo “il dubbio e la certezza” come tema dell’edizione 19, Elisabetta Sgarbi allarga sempre più i confini del festival che ha ideato e che dirige. Dalla Lombardia a Torino e al centro Italia. Fino in cielo. Dopo gli incontri con gli astronauti Parmitano e Cristoforetti, l’avventura si declina oggi alle 21 al Piccolo Teatro di Milano, con «Il volo tra storia e musica». Nell’equipaggio: il Generale Divisione Aerea Antonio Conserva, comandante del C.O.A (Comando Operazioni Aeree) di Poggio Renatico dell’Aeronautica Militare; Giordano Bruno Guerri, storico rigoroso della rivoluzione futurista proiettata nel cielo delle macchine rombanti; il cantautore Al Bano, trascinatore di folle di fans, lui fan di miti alati. I due in questi giorni si sono incontrati dalle parti di Viareggio, tra Versiliana, Festival Puccini, mostra «Magnifiche Presenze» a Villa Paolina, per caso, spiegano, o per affinità elettive. Il loro duetto in programma scioglierà i dubbi; comunque regalerà agli spettatori un “capriccio” non solo convenzionalmente musicale.
Davvero, Guerri vorrebbe cantare con Al Bano? Cos’ha in repertorio?
«Il mi’ babbo per addormentarmi mi cantava l’inno dei sommergibilisti: Dritto e sicuro/ parte il siluro... Non funzionava. La mi’ mamma fece cambiare la ninna nanna: Vola, colomba bianca vola... Me la ricordo bene».
Ha funzionato anche con i suoi bambini?
«No, mi prendevano in giro. Così gli ho insegnato “Volare”. Ma alla colomba ripenso ogni volta che prendo un aereo. E mi ha accompagnato negli studi su Balbo, su Marinetti che sorvolò Milano per mezz’ora, a bordo di un areo senza sedile, con le natiche sul serbatoio di benzina».
Lui, il futurista più versatile?
«No. Lo fu un torinese entrato nel movimento nel 1912, a 17 anni, Fedele Azari. Concepì anche ‘la compravendita di idee’, definizione perfetta dell’editoria. Aveva fondato la s.i.a.c., la prima società italiana di aviazione civile. Volava su un sultanesco aeroplano camuffato da tappeto volante».
In cielo, lei invece come ci va?
«Prendo l’aereo di linea almeno due volte la settimana. Calcoliamo cento in un anno. Perciò, quando sono in volo, non parlo certo con Dio. Lavoro. O dormo. Mi emoziona invece, da un pallone, o da un piccolo deltaplano, guardare il mondo dall’alto». De Sica e Zavattini procurarono una scopa volante al protagonista di “Miracolo aMilano”, che voleva semplicemente andare nel Paese dove “buongiorno” vuol dire buongiorno. Esiste? «C’è in Sudamerica un Paese dove la vita è semplicemente più dolce. In Costa Rica stanno tentando l’esperimento, assolutamente affascinante, di unire liberismo e libertarismo. Fare quello che si vuole, nel rispetto delle regole. Oltretutto, con un piccolo aereo là puoi giocare a fare il bagno nell’Atlantico e, un quarto d’ora dopo, nel Pacifico. L’ho fatto».
Un volo più ambizioso?
«Volare nello spazio, ma dubito sia realizzabile. Comunque, troppo caro (250mila dollari nel 2021 il biglietto dal previsto aerospazio Virgin Orbit in Puglia, ndr). Mi candido semmai a un lancio pubblicitario». Tornando sulla terra, alla sua “Antistoria degli italiani”, regge il confronto tra Romolo a Grillo con tremila anni di mezzo? «Nel ‘97 la ricerca si fermava a Giovanni Paolo II. Necessario, l’aggiornamento. Il tratto dominante degli ultimi decenni è il populismo, che però ha radici antiche. Non nasce con Grillo, ma con Berlusconi. Populismo televisivo e paternalistico. Il genio di Grillo è averlo abbinato alla rete».
Una rivoluzione. Questa, la volta buona?
«Il futurismo produsse aeropittura, aeropoesia, aeroscultura, aeroarchitettura, aerodanza, aeroplastica, aerofotografia, aeroceramica, aeropranzo... L’incarico di decorare edifici pubblici, i palazzi delle Poste, arrivò grazie a un ingegnere futurista con qualche amicizia politica. Tutte le rivoluzioni finiscono in un ministero».tta, ho cantato per 100 milioni di telespettatori»