Colori Covid Regioni: sfuma l'ipotesi di una maxi zona arancione

La proposta lanciata dal presidente Bonaccini, sostenuta anche dalla Lombardia, non è condivisa da tutti. Toti: "Meglio una zona gialla nazionale"

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria

Roma, 20 febrbaio 2021 - D'accordo su nuove norme e parametri più oggettivi per determinare i colori della regioni, in modo da evitare continui cambi, ma divise sul come arrivarci. Questo l'esito della Conferenza delle Regioni che si è tenuta oggi per formulare richieste comuni al nuovo Governo. 

Sulla possibilità ventilata alla vigilia di un'Italia tutta arancione, ovvero di restrizioni omogenee per l'intero territorio nazionale, si registrano però dissensi. Sulla proposta avanzata ieri dal presidente Stefano Bonaccini concordano la Toscana, la Campania e la Lombardia ma il vicepresidente della Conferenza Giovanni Toti, governatore ligure, ha espresso la sua contrarietà. "Il Paese si aspetta di ripartire", ha detto. E ha proposto una zona gialla nazionale, dunque con aperture di ristoranti, sport e spettacolo, e di estendere i passaggi di colore soprattutto a livello provinciale e comunale. Dissidi, insomm,  anche se tutte le regioni concordano su una comunicazione tempestiva delle misure.

Intanto le varianti corrono e impongono nuove zone rosse con la Regione Lazio che tenta di frenare l'avanzata della variante inglese che ora è vicina alla capitale: due zone di massima restrizione sono state decise a Colleferro e a Carpineto romano e si aggiungono a Roccagorga, dove già da giorni vige la serrata. Lockdown per variante anche in un comune del Sassarese. E si registra anche il primo morto da variante brasiliana: un uomo di 67 anni deceduto all'ospedale di Chieti dopo essere rientrato dall'Umbria.

Una delle prime decisioni che dovrà prendere il governo sarà quella sullo stop della mobilità tra Regioni col decreto che scade il 25 febbraio: l'intenzione, visti i dati, è quella di prorogare il blocco almeno fino la 5 marzo quando scade il Dpcm in vigore ora.