Colori Covid, oggi vertice delle regioni: ipotesi maxi zona arancione

Per i governatori - Fontana in testa - il sistema attuale è da rivedere. Ma trovare una sintesi non sarà semplice

Stefano Bonaccini e Attilio Fontana

Stefano Bonaccini e Attilio Fontana

Milano, 20 febbraio 2021 – "Basta sistema a zone, servono misure omogenee". Il superamento della logica delle fasce a colori per contenere l'aumento dei contagi Covid sembra mettere d'accordo i governatori. Nel pomeriggio il vertice dei presidenti delle regioni, incentrato sull'aumento dell'indice di contagio e il prossimo dpcm (l'attuale scade il 5 marzo). Nelle scorse ore il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, aveva caldeggiato l'idea di restrizioni di "qualche settimana" e "omogenee" su tutto il territorio nazionale per rallentare la corsa del virus. Niente a che vedere con il ventilato "lockdown totale", pittosto un modello potrebbe essere simile a quello sperimentato durante le vacanze di Natale.

La posizione di Fontana

Anche il governatore lombardo Attilio Fontana in più occasioni non ha nascosto le sue perplessità sulle zone a colori: "Stiamo correndo dietro al virus, forse bisognerebbe essere noi a imporre una linea di condotta e cercare di anticiparlo. Altrimenti siamo sempre in difesa". Attilio Fontana ha spiegato la sua idea per cercare di uscire da quella che di fatto definisce come una sorta di impasse legata ai colori delle regioni. "Penso che ci sia la necessità di misure meno draconiane, ma probabilmente con uno spazio di tempo maggiore. Come forse si è accorto anche qualche mio collega, si dovrebbe rivedere il metodo delle limitazioni, che andrebbero fatte per periodi più lunghi per evitare chiusure e aperture senza dare certezze alle attività e ai cittadini" ha aggiunto il numero uno del Pirellone.

La maxi zona arancione

Tra le ipotesi ci sarebbe anche l'idea di una "maxi zona arancione" in Italia. Un'ipotesi che però non piace a tutti. In particolare a chi ha contagi contenuti: "Noi non siamo d'accordo - ha detto l'assessore regionale della Sanità della Sardegna, Mario Nieddu -  abbiamo numeri da zona bianca e non possiamo accettare la zona arancione. Un'altra stretta sarebbe devastante per l'economia sarda che tenta di riprendersi. In sostanza: sul fatto che il sistema per fasce di colore abbia mostrato limiti sono tutti d'accordo. Più difficile sarà trovare la sintesi, per portare una proposta concreta sul tavolo del confronto con il governo. Critico il leader della Lega Matteo Salvini: "La zona arancione in tutta Italia? Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, se ci sono zone più a rischio si intervenga in modo rapido e circoscritto, si acceleri sul piano vaccinale ma non si getti nel panico l'intero Paese"

Allarme varianti

Del resto i dati non permettono di dormire sonni tranquilli: i parametri stanno peggiorando un po' in tutta Italia e le varianti del covid iniziano a spaventare: l'Rt è passato da 0,95 a 0,99, sfiorando la soglia psicologica di 1; e sono passate in arancione Campania, Emilia-Romagna e Molise, che sono andate a raggiungere Abruzzo, Liguria, provincia autonoma di Trento e Toscana. La provincia autonoma di Bolzano e l'Umbria, pur rientrando in fascia arancione, hanno predisposto zone rosse a livello regionale. Non sono le uniche, perché all'interno dei territori sono state realizzate varie fasce rosse proprio per fermare la corsa delle varianti: dalle province di Pescara e Chieti ad alcuni Comuni del Piemonte e della Lombardia.