Omicidio di Temù, ora spunta lo scenario più tragico: "Laura forse sepolta viva"

I medici legali al processo sul delitto della vigilessa contro le figlie e il loro compagno

Laura Ziliani

Laura Ziliani

Brescia - Laura Ziliani? Impossibile avere la certezza che i suoi assassini l’abbiano sepolta sul greto dell’Oglio da morta. Non si può escludere che la ex vigilessa di Temù, 55 anni - stordita con dosi massicce di benzodiazepine infilate in un muffin e poi soffocata - fosse in vita quando fu portata in auto dal ‘trio criminale’ alla buca. È emerso ieri al processo in Assise a carico delle figlie della vittima, Paola e Silvia Zani, 20 e 28 anni, e del fidanzato della maggiore Mirto Milani, 28. Seduti accanto ai loro avvocati, il ragazzo in maglione bianco a collo alto, spalle curve e sguardo basso, le sorelle una in maglia bianca e l’altra maglia nera, all’apparenza meno angosciate, hanno assistito ai resoconti dei medici legali.

Per Andrea Verzeletti, citato dal pm Caty Bressanelli, l’ipotesi dovrebbe essere corroborata da terriccio nei polmoni, non rinvenuto. Ma è pur vero che "se la respirazione della donna fosse stata fortemente compromessa non l’avremmo trovato - ha ammesso il consulente - Le contrazioni muscolari in caso di morte si esauriscono subito. Fossero proseguite, avrebbero indicato che Laura era in vita". Ad aggravare un’azione omicidiaria già agghiacciante - la donna soffocata stando agli imputati con un sacco di plastica, stretto da un laccio da elettricista, Silvia e il fidanzato che si affannavano ad alternare le mani al collo di Laura che faticava a morire, Paola che la immobilizzava - è stato un compagno di cella di Mirto. Raccolta la piena confessione, l’ex detenuto la riferì agli inquirenti. Milani a suo dire gli confidò di essere stupito di come Ziliani continuasse a sussultare in auto verso la ‘tomba’.

Richiamato per chiarire alcuni aspetti della deposizione, la ‘spia’ ha confermato: "Mirto aveva il dubbio fosse viva. Chiedeva a me un parere". Per i consulenti di parte civile Fabio Scarpari e Rossella Gottardi, i movimenti sussultori sono "compatibili con la morte cerebrale, e il decesso non avviene in un istante". Nel caso di specie - un’asfissia - "subentra in 4-10 minuti". Al collega Verzeletti è toccato ripercorrere l’iter di identificazione, le analisi autoptiche e tossicologiche che hanno accertato una intossicazione da tre benzodiazepine diverse. "Stabilire giorno e ora precisa della morte è impossibile. Laura fu vista viva l’ultima volta la sera del 7 maggio, collochiamo il decesso la notte tra il 7 e l’8, e l’inumazione a ridosso della scomparsa. Riteniamo sia rimasta vittima di un’asfissia meccanica. Il sacchetto di plastica è lo strumento più compatibile".