Venerdì 17, perché in tanti credono che porti sfortuna?

Dall’anagramma romano ai pitagorici, dalla Bibbia alla smorfia napoletana: ecco l’origine della superstizione. Ma è così anche fuori dall’Italia?

Il gatto nero è simbolo del venerdì 17

Il gatto nero è simbolo del venerdì 17

C’è chi cambia percorso se un gatto nero gli attraversa la strada e chi fa il giro largo per non passare sotto una scala, c’è chi lancia il sale se infrange uno specchio e chi si rintana in casa e cerca di fare il meno possibile (in omaggio al principio “meno fai meno sbagli”) nel giorno ritenuto più sfortunato del calendario. Sia chiaro non un giorno esatto, ma una coincidenza di giorno della settimana, il venerdì, e numero, il 17, che manda in tilt i più superstiziosi. E che ricorre anche oggi, appunto venerdì 17. Ma perché la superstizione è legata proprio a questa data?

L’anagramma romano di morte

Secondo alcuni, le origini della credenza legata al venerdì 17 come giorno “iellato” risalgono all’antica Roma: il 17 in numero romano XVII anagrammato è VIXI, che in latino significa “Ho vissuto”, inteso anche come “La mia vita è finita”, presagio di sventura o morte.

Dal vecchio al nuovo testamento

Ma c’è chi ritiene che l’idea di considerare il 17 come numero sfortunato sia religiosa. Nell’antico testamento infatti si racconta che il Diluvio Universale avvenne il 17 del secondo mese. Per quanto riguarda l’associazione del numero 17 con il giorno di venerdì è presto detto: per i credenti Gesù è morto in croce proprio di venerdì.

Il mese dei morti

A voler essere davvero superstiziosi, il giorno più sfortunato di tutti sarebbe venerdì 17 novembre in quanto a novembre si celebra la festa dei Morti. Novembre è anche chiamato il mese del defunto

I pitagorici e la battaglia di Teutoburgo

Ma molti legano la superstizione del venerdì 17 alla tradizione ellenistica. Nell’antica Grecia infatti i pitagorici disprezzavano questo numero perché si trovava fra il 16 e il 18, due numeri considerati la pura rappresentazione dei quadrilateri 4×4 e 3×6.

Non solo: il 17 nella cultura latina fa riferimento alla battaglia di Teutoburgo, avvenuta nel 9 d.c., dove i romani si scontrarono con i germani di Erminio. In quella battaglia le legioni XVII, XVIII e XIX vennero distrutte e a quei numeri venne associata morte e sventura.

La smorfia napoletana 

La sfortuna del 17 è stata confermata anche dalla smorfia napoletana, secondo cui il numero sarebbe legato alla disgrazia.

L’eccezione della Cabala

Unica eccezione sembra essere la Cabala, dove invece il 17 ha una funzione benefica, poiché nasce dalla somma numerica delle lettere ebraiche têt (9) + waw (6) + bêth (2). Queste, una volta lette, creano la parola tôv, che vuol dire “buono, bene”. 

E negli altri Paesi?

Solo in Italia si ritiene che la coincidenza di venerdì con il numero 17 porti sfortuna, in altri paesi occidentali come Stati Uniti, Finlandia, Regno Unito si dice che il giorno “iellato” per antonomasia sia il venerdì 13.

Peggio venerdì 13 o 17?

Il venerdì 17 si trova però in buona compagnia. Nella lista dei giorni “sfigati” c’è infatti anche il 13, considerato sfortunato perché situato dopo il 12, numero che rappresenta la perfezione ed è considerato magico. Basti pensare ai 12 segni zodiacali, 12 dei dell’Olimpo, 12 apostoli, 12 mesi dell’anno.