Viggiù nella morsa della variante scozzese

Le analisi del laboratorio di Microbiologia dell'ospedale di Varese: nel paese di confine diventato zona rossa ha colpito la nuova mutazione

Analisi in laboratorio

Analisi in laboratorio

Varese, 17 febbraio 2021 - IIn Lombardia si contano sulle dita di una mano le strutture in grado di individuare le varianti del coronavirus. Tra queste c'è il laboratorio di Microbiologia dell'ospedale di Circolo di Varese, diretto dal professor Fabrizio Maggi, in grado di fornire una risposta nell'arco di 48 ore. Qui sono stati accertati i primi casi italiani di variante brasiliana e sudafricana, entrambi confermati poi dall'Istituto superiore di sanità.

Il nemico scozzese

Il laboratorio si occupa anche del monitoraggio delle situazioni epidemiologiche critiche sul territorio: negli ultimi giorni l'attenzione si è quindi concentrata sul caso di Viggiù, il comune del Varesotto per cui è stata disposta la zona rossa, che scatterà oggi alle 18. “Su una ventina di campioni che abbiamo sequenziato – spiega Maggi – nella maggior parte dei casi è stata individuata la positività alla mutazione N439K del coronavirus”. Una variante con caratteristiche diverse da quella inglese, di cui era emerso un positivo nel comune di confine. Si tratta in questo caso di quella che è nota a livello mediatico come variante scozzese, a causa della prima identificazione avvenuta in Scozia. “Ma si tratta di un nome più mediatico che virologico – puntualizza Maggi – e non è una mutazione della variante inglese, ha seguito un'altra evoluzione”. Non si tratterebbe di una variante particolarmente pericolosa, ma serviranno maggiori approfondimenti. “Ci sono indicazioni sul fatto che possa essere più resistente di altre – spiega il responsabile del laboratorio – ma non tutte le varianti hanno un impatto biologico. Bisogna studiarle per capire se possono avere effetti su vaccinazioni o reinfezioni”.