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Turismo sanitario, per la prima volta la Lombardia è sorpassata dall’Emilia Romagna: ecco chi viene a curarsi al Nord

Pubblicato il rapporto Agenas sulla mobilità ospedaliera: quasi 670mila italiani si curano fuori regione. Cresce il privato accreditato, che si aggiudica tre quarti delle cure ad alta complessità

Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia

Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia

Milano – C’era una volta l’impareggiabile sanità lombarda, che attirava migliaia di pazienti da ogni angolo d’Italia. Ma oggi, benché i suoi ospedali siano tra i migliori dello Stivale, non sono quelli più ambiti: la Lombardia è stata infatti sorpassata dall’Emilia Romagna in quella che viene definita “mobilità ospedaliera”, cioè il valore che rappresenta i ricoveri di coloro che si spostano dalla propria regione di residenza a un’altra per avere cure migliori o più rapide.

Perché ci si sposta

A scalzare la Lombardia dal podio più alto – beninteso, lo scarto è ridottissimo – è l’ultimo rapporto annuale dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). I dati, riferiti al 2023, rilevano a livello nazionale una minore propensione a spostarsi rispetto al passato, in particolare per le cure di bassa e media complessità: gli italiani hanno iniziato a prediligere gli “ospedali di casa”, tant’è che il numero dei ricoveri fuori Regione è diminuito passando dai quasi 708 mila del 2019 ai circa 668mila ricoveri dell’anno scorso.

Quando parliamo però di interventi o cure particolarmente complesse, però, la migrazione sanitaria mostra un aumento del 12 per cento. E queste emerge anche dal lieve incremento del giro d’affari, che dai 2,84 miliardi di euro del 2019 è arrivato a 2,88 miliardi nel 2023.

La classifica delle regioni

Ma chi guadagna di più da questo fenomeno? Per scoprirlo bisogna valutare il saldo economico: se è in attivo vuol dire che la regione, nel suo complesso, guadagna da chi arriva più di quanto spende per chi si cura fuori dal suo territorio.

Le regioni in attivo sono sette: in testa ci sono, come anticipato, l’Emilia-Romagna, con un saldo economico positivo di 387 milioni di euro, e la Lombardia, son 383 milioni. Seguono il Veneto (115 milioni), la Toscana (27 milioni), il Piemonte (23 milioni), la provincia autonoma di Trento (6 milioni) e il Molise (3 milioni). Tutte le altre regioni hanno un saldo negativo. In fondo alla classifica ci sono la Campania, con una perdita di 211 milioni di euro, la Calabria (-192 milioni), la Sicilia (-140 milioni), la Puglia (-127 milioni) e la Liguria (-73 milioni).

Cresce la sanità privata

Ma la grande vincitrice, in tutto questo, è soprattutto la sanità privata. Le strutture ospedaliere maggiormente attrattive infatti sono quelle private accreditate, che gestiscono circa i tre quarti delle prestazioni di alta complessità (circa il 72%), ma anche sulla media complessità rimangono più attrattive rispetto a quelle pubbliche.