Oltre 52mila firme raccolte per difendere il verde. Una battaglia che ha conquistato anche sostenitori celebri tra cui Giovanni Storti, Germano Lanzoni del Milanese imbruttito, Elio e le Storie Tese e Fabio Volo. È quella dei cittadini (in prima linea il Circolo combattenti e reduci, Giardini in Transito ma non solo) per salvare il glicine storico di piazzale Baiamonti a Milano, oltre a tigli e altri alberi che rischiavano l’abbattimento per far posto al Museo della Resistenza nella seconda piramide. E l’esercito verde ha trionfato: il “gigante lilla“ non verrà tagliato, così come due tigli su 4: continueranno a vivere accanto al Museo.
Lo ha annunciato nei giorno scorsi il sindaco Giuseppe Sala. Salvati, insomma, “capra e cavoli“ grazie a una soluzione di compromesso frutto della volontà di decine di migliaia di milanesi. Ma la battaglia per il verde non finisce: il circolo Combattenti e reduci, che si trova nell’antico Casello da oltre un secolo e che ha dovuto rinunciare allo spazio all’aperto per far posto al cantiere (giovedì sono spuntate le transenne dopo il rilascio dell’area al Comune, quindi al ministero della Cultura e infine all’impresa che costruirà il museo) chiede un luogo en plein air alternativo, che possa coesistere con i lavori. "Per noi è vitale avere un punto d’appoggio esterno per le attività sociali, ricreative e culturali che uniscono più di 200 soci", hanno spiegato i promotori. "Un discorso già avviato nel 2019 e tornato alla ribalta grazie a un Ordine del giorno approvato all’unanimità in Consiglio comunale".
M.V.