Movida senza regole, spiagge e Navigli: nessuno si protegge

Da Milano al lago di Como tornano folla e gite domenicali. Mascherine quasi assenti e la calca è assicurata

Folla lungo i Navigli a Milano

Folla lungo i Navigli a Milano

Milano, 6 luglio 2020 - Sabato sera, Milano. Dal ponte sotto il quale il Naviglio Grande si getta nella Darsena, l’occasione di scattare una foto è fin troppo semplice. Stesso punto, stessa prospettiva di due mesi fa, quando fu consegnata alla cronaca e all’indignanzione del sindaco Giuseppe Sala l’immagine di un tiepido pomeriggio con i milanesi ad affollare l’alzaia a caccia di un aperitivo.

Dopo sessanta giorni, l’immagine non racconta più un assembramento, ma una vera e propria calca. Migliaia di persone, una accanto all’altra, la gran parte delle quali, a differenza di quanto accadeva a maggio, non ha nepure finto di indossare una mascherina, che all’aperto in Lombardia è ancora obbligatoria. A tentare di mettere ordine, un controllo straordinario delle forze dell’ordine. Ma la voglia di svagarsi, bere in compagnia, divertirsi seppellisce la paura del virus e annienta i timori di contagio. Se la città riscopre la sua movida, anche un altro rito tipico del fine settimana lombardo riprende senza distanziamento e mascherina..

Domenica mattina tutti in coda di fronte agli ingressi del lido di Mandello del Lario, nel Lecchese, l’unica spiaggia aperta dopo la decisione del sindaco, Riccardo Fasoli, di chiudere parchi e giardini pubblici come rappresaglia contro i vandalismi e le aggressioni dei giorni scorsi. Movida violenta, ma anche riti irrinunciabili, come il pomeriggio festivo al lago. Sono tornate le code sulla Statale 36, all’andata e al rientro. Turisti e residenti, pur di raggiungere la meta prediletta, si sono adeguati e i buon ora si sono messi in fila di fronte ai cancelli del lido. C’è chi ha puntato la sveglia alle sette e ha aspettato un paio d’ore prima di godersi l’agognato ingresso, già alle 8.30 del mattino la coda superava i duecento metri e in tanti all’apertura dei cancelli sono rimasti fuori, costretti a spostarsi in auto verso le spiagge dell’Alto Lago o a ritentare nel pomeriggio. In tanti si sono trasferiti qualche chilometro più in là, a Lierna, dove sulla Riva Bianca, fra lettini, prendisole e calca. E le richieste di case in affitto sono l’unico settore non in crisi. C’è anche chi pur di arrotondare affittando casa si è arrangiato in taverna o è tornato a vivere dai genitori, ringraziano i milanesi disposti a tutto.