Scuola, si tappano i buchi: arruolati 10mila insegnanti, nessuno abilitato al sostegno

Allarme della Cisl: durante i mesi di lezioni gli alunni fragili cambiano anche 5 docenti

Assunzioni in vista per i docenti

Assunzioni in vista per i docenti

Milano, 23 settembre 2018 - «Siamo sempre stati ai primi posti in termini di inclusione dei ragazzi con disabilità o disturbi comportamentali e dell’apprendimento. Non facciamo in modo che un fiore all’occhiello della scuola italiana si trasformi in un boomerang». A lanciare l’allarme in Lombardia è Massimiliano Sambruna, Cisl Scuola. Manca personale specializzato mentre continuano ad aumentare le certificazioni e i posti da coprire. «I posti vacanti all’inizio dell’anno erano oltre 5mila in Lombardia, sono state fatte in tutto 152 nomine di ruolo nelle scuole di ogni ordine e grado della regione. Gli altri saranno coperti da persone che non hanno alcuna specializzazione. In Lombardia l’organico complessivo prevede circa 21mila posti per il sostegno, destinati ad aumentare visto che già la prossima settimana ci comunicheranno le nuove esigenze, fra questi sono 9.800 gli insegnanti specializzati, più della metà dei posti verrà assegnata a insegnanti senza abilitazione». Che spesso cambiano di anno in anno.

Secondo i dati della Fish - Federazione italiana superamento handicap - circa l’80% degli alunni ha cambiato due insegnanti di sostegno nel corso dell’anno, il 48% ne ha cambiati tre, il 15% quattro e il 6% addirittura cinque. A chiedere un intervento è anche la Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità: «Gli alunni con disabilità hanno tutte le ragioni per pretendere di esercitare il proprio diritto allo studio alla pari di tutti gli altri compagni. Non è sufficiente consentire la loro mera iscrizione e frequenza, ma occorre fornire figure di sostegno didattiche specializzate e per un numero di ore adeguato ai loro bisogni – commenta l’avvocato Gaetano De Luca, del Centro antidiscriminazione Franco Bomprezzi –. La mancanza di specializzazione degli insegnanti di sostegno, così come la mancanza di continuità didattica può essere configurata come una condotta indirettamente discriminatoria». Si annunciano battaglie legali. «Situazioni come queste si ripetono, purtroppo, da anni – commenta il presidente di Ledha, Alessandro Manfredi –, provocando situazioni di disagio per migliaia di bambini e ragazzi con disabilità che vedono leso il proprio diritto a frequentare la scuola in condizioni di parità con i loro compagni. Chiediamo innanzitutto agli enti preposti che questa situazione si risolva nel più breve tempo possibile, garantendo almeno la presenza in continuità degli insegnanti di sostegno». Anche il sindacato torna a bussare al ministero dell’Istruzione: «Serve più personale specializzato – sottolinea Sambruna –, i posti in deroga che effettivamente servono vanno stabilizzati per garantire continuità didattica, ma soprattutto bisogna formare un maggior numero di persone sul sostegno, con corsi magari gestiti come un tempo dagli uffici scolastici territoriali in base alle esigenze. Il sostegno non deve essere uno “strumento” però per poi passare al posto comune o chiedere il trasferimento in altra regione. Bisogna mettere l’alunno al centro. Chi si specializza resti sul sostegno, perché è una professione sempre più cruciale. Se non si garantisce l’inclusione è il sistema scuola a fallire».

Due i percorsi per diventare insegnante di sostegno: scegliere l’indirizzo apposito all’interno della laurea in Scienze della formazione o seguire corsi di specializzazione abilitanti. Sul tema è recentemente intervenuto anche il ministro ed ex provveditore milanese Marco Bussetti: «Non si possono assegnare le cattedre di sostegno a personale non specializzato solo per scorrere le graduatorie del personale che insegna altre discipline. Questa pratica non è rispettosa delle competenze dei docenti di sostegno e delle esigenze degli studenti. L’insegnante di sostegno non fa il tappabuchi».