Sardegna alle prese con un'impressionante invasione di cavallette

Milioni di locuste stanno devastando i campi e gli sciami si espandono a macchia d'olio in tutta la Regione

Dalla Lombardia alla Sicilia, passando per Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Puglia e Calabria, la siccità è diventata la calamità più rilevante per l'agricoltura italiana con danni stimati quest'anno, secondo la Coldiretti, pari a circa 2 miliardi di euro per effetto del calo dei raccolti.

Cavallette in Sardegna
Cavallette in Sardegna

E il caldo torrido scatena la furia di milioni di cavallette che stanno devastando 30mila ettari di coltivazioni in Sardegna divorando i raccolti delle campagne. È l'allarme della Coldiretti sull'invasione di locuste che dalla piana di Ottana in provincia di Nuoro è arrivata al Marghine, lungo il Tirso verso il Goceano in provincia di Sassari ad Ozieri e poi verso Sedilo in provincia di Oristano. A questi ritmi - spiega Coldiretti - si rischia la distruzione di cinquantamila ettari entro poche settimane con le aziende costrette a non coltivare i campi proprio in un momento in cui l'Italia - sottolinea la Coldiretti - ha bisogno di potenziare al massimo la propria capacità produttiva per fare fronte agli effetti della guerra in Ucraina. Le condizioni climatiche agevolano lo sviluppo anomalo di questo insetto in un 2022 con precipitazioni praticamente dimezzate e - sottolinea la Coldiretti - alla vigilia di un'estate che arriva dopo un mese di maggio che si è classificato il secondo più caldo di sempre, con una temperatura di 1,83° superiore alla media climatica dal 1800 ad oggi. Una conferma - prosegue la Coldiretti - della tendenza all'innalzamento della colonnina di mercurio ormai strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell'ultimo periodo e comprende nell'ordine - precisa la Coldiretti - il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.

Caldo e siccità che non colpiscono solo la Sardegna. l'Associazione ha fotografato l'emergenza acqua nei campi regione per regione. In Lombardia la siccità sta già compromettendo parte delle coltivazioni in campo. Le prime stime su orzo e frumento, da confermare a raccolta avvenuta, indicano cali delle rese fino al 30%. Osservati speciali anche mais e riso, che hanno bisogno di molta acqua per crescere. Mentre in Piemonte viene stimata una riduzione del 30% delle foraggere con un danno conseguente per le aziende zootecniche. Sui cereali a semina autunnale c'è un calo di produzione del 30%. Gravi danni anche alla viticoltura con la produzione di acini sotto la media e molto radi. Danni al foraggio anche in Liguria, ma qui sono sono colpiti anche gli uliveti e il basilico per il classico pesto alla genovese. Mentre la Sicilia, sulla Piana di Catania, paga un sistema irriguo fatiscente. A secco anche fichi d'India, seminativi e ortaggi. Il conto per la siccità in Puglia, secondo la Coldiretti, è molto salato: pari ad oltre 70 milioni di euro l'anno. A preoccupare è la riduzione delle rese di produzione di coltivazioni in campo come grano e altri cereali, ma anche di foraggi per l'alimentazione degli animali, di ortaggi e frutta. Si stima, inoltre, un calo sensibile della produzione di olive del 40%.

In Calabria la caduta di fiori e frutti negli uliveti, con una media regionale del danno che si attesta al 10% mentre la costa jonica a tratti raggiunge picchi di perdite che superano per la Coldiretti il 60%. In Emilia Romagna ammontano a 300 milioni di euro i danni per seminativi e ortofrutta. Ad ora è stato dato solo il 30% dell'acqua che serve ad albicocche, ciliegie, pesche e susine e il 12% agli alberi di pere e mele. Per il raccolto del grano 2022 la Coldiretti stima un calo delle rese medie ad ettaro di circa il 10%. In Abruzzo la situazione delle coltivazioni in campo come il grano fa segnare quest'anno un calo di almeno il 15% delle rese. Ma in difficoltà ci sono girasole, mais e altri cereali. In Veneto, gli agricoltori veneti sono impegnati nelle irrigazioni di soccorso per salvare le colture. Nel Polesine e nella Bassa Padovana in difficoltà anche coltivazioni che tradizionalmente hanno poco bisogno di acqua come aglio e grano. Allerta della Coldiretti per la risalita del cuneo salino (infiltrazioni di acqua salata) che potrebbe intaccare le falde acquifere e bruciare ortaggi come zucchine, pomodori e insalata di Lusia IGP, frutta in pieno campo tipo meloni e angurie. Infine, siccità e caldo torrido anticipato potrebbero influire in maniera determinante sulle rese dei campi di grano italiani e le prime stime, a oggi, non sono affatto positive con un calo produttivo in diverse aree del Paese, nonostante l'aumento delle superfici coltivate. A dirlo è Cai - Consorzi agrari italiani, secondo cui, tuttavia la qualità dei cereali italiani, da Nord a Sud della Penisola, si preannuncia di grande qualità, per l'assenza di problemi fitosanitari in ogni parte del Paese.