Stop agli impianti di sci, Garavaglia: "Ci saranno indennizzi"

Il ministro per il turismo promette: "Prime risposte nel prossimo decreto ristori". Speranza: "Prima la salute". Duello con le regioni

Impianti da sci

Impianti da sci

Milano, 15 febbraio 2021 - La montagna è stata dimenticata, non è arrivato nulla se non qualche briciola

Parole come macigni quelle pronunciare stasera dal neo ministro del Turismo, Massimo Garavaglia,  che a Palazzo Lombardia ha incontrato con i rappresentanti del settore, il governatore Fontana e gli assessori regionali Massimo Sertori (Montagna) e Lara Magoni (Turismo) per fare il punto della situazione sulle attività dei comprensori sciistici e le ripercussioni provocate dalla decisione di ieri del governo di chiudere fino al 5 marzo gli impianti di risalita nelle località montane. Una decisione che, in concreto, si traduce in un addio definitivo allo sci amatoriale in questo inizio 2021 e nella perdita di oltre 10 miliardi in fumo per tutto l'indotto.

Stagione sci finita: Garavaglia contro Speranza

"E' evidente che la stagione è finita" Ha osservato Garavaglia, precisando che pensare di mettersi in campo dopo il 5 marzo senza certezze oggettivamente non ha senso. Il neo ministro ha quindi inviato una stilettata al collega, titolare del dicastero della Salute, e parlato di "mancato rispetto per i lavoratori della montagna". La replica di Roberto Speranza non si è fatta attendere: "Mai fatto polemiche in questi mesi. E non ne faccio ora. Dico solo che la difesa del diritto alla salute viene prima di tutto".   

Il ministro: ristori subito 

In merito ai ristori, Garavaglia ha assicurato: "Stiamo già raccogliendo le prime istanze concrete. Sicuramente nel prossimo Decreto Ristori una quota di questi 32 miliardi andrà alla Montagna, ma questa è una discussione che andrà fatta al MEF. Non credo che ci saranno problemi per capire quello che dovremo fare". Quanto ai tempi di erogazione, il ministro ha precisato: "Non esiste che si debbano aspettare 60 giorni, queste cose non devono più succedere. Non entro nel merito del metodo ma non può funzionare così. Invece del bonus monopattino, parliamo di  incentivi per chi lavora in montagna. Non si deve parlare di turismo, ma di industria del turismo. Per ripartire - ha sintetizzato - servono due cose fondamentali: finalmente programmazione, non si può sapere il giorno prima cosa si fa il giorno dopo, e poi lavorare per mantenere la competitività del nostro sistema montagna. Quindi bisogna usare i soldi del Recovery per fare investimenti mirati, per ripartire alla grande come la nostra montagna sa fare. 

La protesta delle regioni

Ma non si ferma la rabbia dei territori contro lo stop a sorpresa. Con le piste battute e pronte ad accogliere gli appassionati, ma rimaste vuote per il provvedimento 'last minute" di Speranza, le proteste non si sono fermate. Il Piemonte, oltre a chiedere "ristori subito", valuta di costituirsi parte civile, al fianco dei gestori, per chiedere indennizzi proporzionati alla quantificazione dei danni. "Non è più tollerabile. Apprenderlo poche ore prima, oltre al danno c'è la beffa. È inaccettabile", commenta invece il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. E ad accodarsi al suo sfogo non sono solo i governatori, ma anche sindaci ed operatori del settore. Tra questi anche i gestori di alcune strutture che hanno manifestato il dissenso con una sorta di ''disobbedienza civile'': alla Piana di Vigezzo, in alta Ossola, si è deciso di non cambiare i piani. A Bardonecchia, in Alta Valle di Susa, la scelta è stata di tenere i negozi con le serrande abbassate, con il suono delle campane della chiesa parrocchiale ad accompagnare la protesta di maestri di sci, operatori del turismo, impiantisti e commercianti. 

Fontana: governo riveda sistema colori 

Critico il governatore Fontana che ha precisato come non ci fosse stata alcun tipo di forzatura nella decisione di riaprire gli impianti sciistici il 15 febbraio, ma la constatazione di quanto aveva detto il Cts, il quale aveva ravvisato che "ci fossero le condizioni per la riapertura". "Da parte di tutti - ha aggiunto Fontana -  si sono sollevate una serie di richieste che vanno dai ristori alle richieste danni. Abbiamo ascoltato le grida di dolore di tanti operatori, ma anche le parole di rappresentanti di enti locali. Tutti hanno dimostrato una preoccupazione, disillusione ed angoscia per quello che è successo, perché può essere un colpo decisivo per il futuro di tanti comprensori" Fontana ha anche chiesto che vengano rivisti tempi e modalità con cui si decidono i cambiamenti di colore, perché così mi sembra schizofrenico e non va nella direzione di contrastare pandemia".

 

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