
Carla Fracci e Raffaella Carrà
Prima Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, poi Franco Battiato, Carla Fracci e infine Raffaella Carrà. Quanti miti si sta portando via questo 2021. Un annus horribilis per il mondo dell'arte e della cultura pop, intesa come popolare nel senso più costruttivo e tradizionale del termine. Un anno da dimenticare, un anno che si è portato via quattro delle colonne portanti di musica e danza. Proprio nell'anno in cui la ripresa della vita "normale" sembra finalmente possibile dopo lo stop causato dalla pandemia da coronavirus non avremo la fortuna di poterci godere le nuove performance di questi quattro mostri sacri. Performance che forse non sarebbero mai arrivate, chissà. Ma tanto Milva quanto Carla Fracci, Franco Battiato e Raffaella Carrà facevano e fanno ancora parte di un modo di intendere la vita, l'arte e anche la convivialità. Chi in compagnia non ha mai improvvisato l'iconica mossa mano sulla fronte e collo reclinato all'indietro tipica di Raffaella Carrà? C'è persino chi è stato soprannominato dagli amici "Milvy" per i capelli rosso fuoco che rievocavano l'acconciatura di Milva. Per non parlare dei sogni di gloria nel mondo della danza delle ragazzine vedendo ballare Carla Fracci. E i testi di Franco Battiato? Quel brano, "La cura", che chiunque di noi conosce a memoria. E adesso, senza di loro, come faremo a spiegare la bellezza, la poesia, il talento, la grinta, la determinazione alle generazioni che non li hanno conosciuti? Dovremo usare le parole, quando invece fino a poco tempo fa bastava osservarli per capire tutto.