
Il docente Stefano Addeo si scusa per il post controverso sulla figlia di Giorgia Meloni, denunciando minacce di morte.
Roma, 2 giugno 2025 – Dopo il caso seguito alle parole di odio nei confronti della figlia della premier Giorgia Meloni (a cui in un post aveva augurato di morire come Martina Carbonaro, la 14enne di Afragola uccisa dall'ex), le scuse, la lettera e la richiesta di un incontro chiarificatore con la premier, da ultimo il professore di Marigliano Stefano Addeo ha tentato il suicidio.
Il professore di tedesco, docente in un istituto scolastico di Cicciano, è ricoverato in codice rosso all’ospedale di Nola ma, secondo quanto si apprende, non sarebbe in pericolo di vita. L’uomo avrebbe ingerito una forte dose di medicinali, ma prima di farlo ha avvertito la dirigente scolastica dell'istituto dove insegna, la quale a sua volta ha chiamato i carabinieri che sono accorsi nell'abitazione del professore.
Ho assunto diversi barbiturici, diversi farmaci, è una situazione che non riesco a sostenere, mi sono rifiutato di sottopormi alla lavanda gastrica e ora la polizia vuole parlarmi.
Lo ha detto Addeo, ammettendo di avere tentato il suicidio. "Non ho retto tutto l'accanimento mediatico che c'è stato nei miei confronti. Ho provato il suicidio con un mix di psicofarmaci. Ho commesso un errore, ma non dovevo essere crocifisso in questo modo, mi hanno linciato. Ho chiesto scusa, non ce l'ho fatta” ha aggiunto il docente attualmente ricoverato in ospedale.
La lettera e l’ok a incontro chiarificatore con Meloni
Prima di compiere questo gesto estremo Addeo aveva scritto una lunga lettera di scuse alla presidente del Consiglio. “Non c'è giustificazione possibile per le parole scritte. Mi assumo ogni responsabilità – si legge nella missiva indirizzata a Meloni – anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l'idea di augurare la morte a una bambina. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta né come uomo né come educatore”. Nel testo Addeo parlava anche della sua situazione personale, del rapporto con la madre anziana e della sofferenza per quanto accaduto: ''So bene che nulla può cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il rispetto possono servire, ora''. Infine il docente, rivolgendosi direttamente alla premier aveva chiesto perdono. Parole che sarebbero state raccolte a palazzo Chigi: la premier, secondo quanto si apprende, aveva dato indicazioni di far pervenire la sua disponibilità ad un incontro, prima che uscisse la notizia del tentativo di suicidio.
Il Ministero apre istruttoria
Intanto nei confronti del professore il Ministero ha aperto un'istruttoria che dovrebbe portare all'adozione, già nella giornata di martedì, di provvedimenti disciplinari. “Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata” aveva detto il ministro Giuseppe Valditara. “Il ministero – aveva aggiunto – sanzionerà quanti non sono degni di far parte della nostra scuola”. A quella di Valditara si è aggiunta oggi la voce il direttore dell'Ufficio scolastico della Regione Campania, Ettore Acerra, titolare dell'azione disciplinare. “Un episodio sconcertante, il segno di come un uso inqualificabile dei social possa portare a degli episodi che non dovrebbero essere assolutamente accettabili”. Acerra ha poi confermato che con il ministro si farà un ‘ragionamento’ sulla vicenda per arrivare a dei provvedimenti nei confronti del prof: “Un componente della comunità educante dovrebbe pensare bene prima di parlare. Cercheremo di prendere le giuste decisioni”.