Roma, 1 giugno 2025 - Ha chiesto scusa il professore di tedesco autore del post in cui augurava alla figlia della premier, Giorgia Meloni, di fare la fine della ragazza vittima di femminicidio ad Afragola. "E' stato un gesto stupido, scritto d'impulso", ha affermato Stefano Addeo, docente di tedesco in un istituto superiore della provincia di Napoli, intervistato dal Roma online, "chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo". Addeo ha spiegato di aver scritto il post "nella notte, dopo aver sentito al telegiornale che l'Italia continuava a inviare armi a Israele": "Mi sono svegliato la mattina e ho detto: 'Madonna mia, cosa ho scritto'. L'ho cancellato subito". "Mi rendo conto della gravità ma in classe non ho mai fatto politica", ha assicurato il docente, "i miei studenti mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza, amo gli animali, faccio volontariato. E' stato un errore".

"Sono stato superficiale e ho chiesto supporto perfino all'intelligenza artificiale per comporre il post pubblicato sui miei profili social. Un grave errore avere detto cose così nei riguardi di una bambina. Chiedo scusa", ha aggiunto il professore. "Mi rendo conto della gravità - ha dichiarato il docente - ma in classe non ho mai fatto politica. È stato un errore".
Oggi, dopo la solidarietà espressa da molti esponenti politici, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato la presidente del Consiglio per esprimerle solidarietà.
La Procura di Roma attende una prima informativa dalla polizia postale in riferimento al post pubblicato sui social dal docente. Alla luce dell'incartamento che verrà trasmesso a piazzale Clodio, i pm capitolini, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi valuteranno sulla competenza territoriale del procedimento.
Intanto martedì nei confronti del professore saranno adottati provvedimenti disciplinari. Domani si inizierà a discutere sul caso arrivando a decidere i provvedimenti da adottare probabilmente già nella giornata di martedì 3 giugno. Ieri il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara aveva sostenuto che "la figura del docente è di straordinaria importanza nella formazione dei giovani, non solo nell'impartire saperi ma anche nell'educare al rispetto verso gli altri. È indispensabile - aveva aggiunto - che i docenti siano per primi sempre consapevoli della responsabilità e del valore sociale del loro ruolo. Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata. Il ministero sanzionerà quanti non sono degni di far parte della nostra scuola".
Minacciata anche la figlia di Salvini
Minacce via social sono arrivate anche alla figlia di Matteo Salvini. "Un conto sono il confronto politico e la critica, anche accesi, sempre ammessi in democrazia. Tutt'altro conto sono le minacce e gli insulti, volgari, pesanti, schifosi ai familiari e ai bambini, che non c'entrano nulla. Questo non si può tollerare in alcun modo. Criticate pure me, lasciate stare i miei figli", ha scritto su X il vicepremier e leader della Lega, rilanciando la notizia degli insulti rivolti via social alla figlia. "Questo clima d'odio, alimentato anche da certa stampa e da certa politica, è preoccupante e va fermato, senza se e senza ma. Buona domenica", conclude.
"Le minacce rivolte anche ai figli del vicepremier Matteo Salvini e del ministro Matteo Piantedosi dimostrano che non siamo davanti a episodi isolati, ma a una spirale d'odio alimentata da un fanatismo ideologico che ha superato ogni limite. La mia piena solidarietà a Salvini e a Piantedosi. Nessuna divergenza politica, nessuna battaglia ideologica può mai giustificare l'attacco ai figli, ai bambini, alla parte più intima e sacra della vita di una persona", ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni su Facebook.