Morto il Principe Amedeo di Savoia, duca d'Aosta

Aveva 77 anni e si è spento in ospedale ad Arezzo, dov'era ricoverato per un intervento chirurgico. Il cugino Vittorio Emanuele: "Dolore, le divisioni scompaiono"

Savoia, morto il Principe Amedeo Duca d'Aosta

Savoia, morto il Principe Amedeo Duca d'Aosta

Roma - Lutto in Casa Savoia: è morto il principe Amedeo Duca d'Aosta. Aveva 77 anni e si è spento all'ospedale San Donato di Arezzo, dove era ricoverato da giovedì 27 maggio per un intervento chirurgico. Il decorso clinico era stato giudicato buono dai medici tanto che era già stata programmata la sua dimissione. Invece la notte scorsa c'è stato il decesso per arresto cardiaco. La notiza della morte del principe è stata diffusa tramite un comunicato dei famigliari. "La Real Casa di Savoia annuncia: questa mattina si è spento, in Arezzo, S.A.R. il Principe Amedeo, Duca di Savoia e Duca d'Aosta".  La salma e' stata trasportata nell'abitazione di Castiglion Fibocchi, dove sarà allestita la camera ardente.

Classe 1943, Amedeo di Savoia-Aosta era l'unico figlio di Irene di Grecia e di Aimone di Savoia, che fu quarto duca d'Aosta e re de iure dello Stato Indipendente di Croazia con il nome di Tomislavo II. A quest'ultimo titolo rinunciò pochi giorni dopo la nascita del figlio. Nel 2006 Amedeo rivendicò per sé il titolo di duca di Savoia e il ruolo di Capo della Real Casa, in disputa con Vittorio Emanuele di Savoia

Per decenni Amedeo visse nella tenuta del Borro, tra Laterina e San Giustino Valdarno, poi venduta nel 1999 ai Ferragamo, la famiglia della casa di moda. Ma non lasciò l'Aretino: da anni viveva a Castiglion Fibocchi, nei pressi del capoluogo. Quando nel '99 lasciò il Borro fece stampare e affiggere pubblicamente manifesti di saluto per gli abitanti delle frazioni vicine non potendoli salutare e ringraziare uno a uno, avendone conosciuti di persona tantissimi in 30 anni di residenza nellatenuta.

Principe-imprenditore

A Castiglion Fibocchi, il principe Amedeo era imprenditore agricolo (Vini Savoia-Aosta) e seguiva alcune società in veste di consulente, consigliere d'amministrazione e presidente. Nel 1996 era stato nominato rappresentante del comune di Palermo per la Fondazione Internazionale "Pro Herbario Mediterraneo", e, dal 1997, ne è presidente. Nel 2003 era stato nominato dal Governo Italiano presidente del comitato di gestione permanente della Riserva Naturale Statale Isola di Vivara. Nello stesso anno era stato nominato "testimonial" della Rassegna Internazionale del Cinema Nomade e di Emigrazione "Metix Film Festival". Era inoltre cittadino onorario di Marigliano, Pantelleria ed Abetone. Appassionato di botanica, in particolare di piante succulente, aveva viaggiato in tutto il mondo, particolarmente in Africa. 

Le mogli e i figli

Secondo la tradizione degli Aosta, Amedeo sposò una principessa francese, Claudia d'Orléans, figlia di Enrico d'Orléans, conte di Parigi e pretendente al trono di Francia. Il matrimonio venne celebrato il 22 luglio 1964, a Sintra, in Portogallo. Ma nel 1976 la convivenza terminò e i coniugi divorziarono a Port-au-Prince (Haiti) il 26 aprile 1982 e il matrimonio venne dichiarato nullo dalla Sacra Rota a Roma l'8 gennaio 1987. Claudia si risposò poco dopo con un editore americano, Arnaldo la Cagnina. I figli rimasero con Amedeo nella tenuta del Borro. Il 30 marzo 1987, Amedeo sposò in seconde nozze, a Bagheria (Palermo), Silvia Paternò Ventimiglia di Spedalotto, figlia di Vincenzo Paternò e di Rosanna Bellardo e Ferraris di Celle. Dal primo matrimonio con Claudia d’Orléans sono nati i figli Bianca (2 aprile 1966), sposata nel 1988 con il conte Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga; Mafalda (20 settembre 1969), sposata una prima volta nel 1994 con il principe Alessandro Ruffo di Calabria, dal quale ha divorziato nel 2000, e una seconda volta nel 2001 con Francesco Lombardo di San Chirico; Aimone (13 ottobre 1967), sposato con la principessa Olga di Grecia. Amedeo ha avuta anche una figlia naturale da una relazione con Kyara van Ellinkhuizen, figlia del pittore e incisore Bertus van Ellinkhuizen e del soprano e direttrice di coro Gabriella Rossi.

La disputa sul cognome

L'ultima controversia riguarda il nome "Savoia".  Nella primavera del 2008 Vittorio Emanuele e suo figlio Emanuele Filiberto citarono in giudizio Amedeo ed Aimone per il fatto che si firmavano col solo cognome di Savoia e non di Savoia-Aosta, configurando l’ipotesi di uso illecito di cognome. Nel febbraio 2010 il tribunale di Arezzo condannò Amedeo e Aimone di Savoia per l’uso del cognome “di Savoia” e al pagamento del risarcimento dei danni arrecati pari a un totale di 200 000 euro. Ciononostante, Amedeo, che fin dalla nascita aveva usato liberamente il cognome “di Savoia” o “di Savoia-Aosta”, presentò ricorso in appello vincendolo nel gennaio del 2018. Ma la sentenza e la condanna erano già state sospese, permettendo ad Amedeo e a suo figlio Aimone di utilizzare il solo cognome “di Savoia”.

Il cugino Vittorio Emanuele

'Ho appreso con profonda costernazione della scomparsa di Sua Altezza Reale il Duca d'Aosta, mio cugino Amedeo. In questo doloroso momento, esprimo a Sua Altezza Reale la Duchessa Silvia, a Sua Altezza Reale il Duca Aimone e a tutti i loro cari il mio più profondo cordoglio, al quale si uniscono anche mia moglie Marina, mio figlio Emanuele Filiberto, mia nuora Clotilde e le mie nipoti Vittoria e Luisa". Così Vittorio Emanuele di Savoia ha espresso il cordoglio per la scomparsa del cugino.  "Il dolore per la scomparsa di Amedeo - si legge nella nota diffusa - si acuisce nel ricordo di quelle divisioni che hanno purtroppo segnato questi ultimi anni, ma che scompaiono di fronte al lutto e alla memoria di tanti affettuosi ricordi che hanno accompagnato la nostra vita e in particolare la gioventù. Questo lutto colpisce la nostra intera Casa''.

"Grande perdita per l'Italia"

Il principe Amedeo d'Aosta "era un uomo buono e gentile che sapeva ascoltare, aveva sempre una risposta saggia ed equilibrata a qualunque quesito gli si ponesse. Nella mia sfera personale oggi è come se oggi fosse morto di nuovo mio padre. Come italiano e come operatore della politica penso che sia una grande perdita per l'Italia, sarebbe stato un grande capo di Stato, per il suo percorso, la sua formazione e la sua struttura". Con queste parole Alessandro Sacchi, presidente dell'Umi, l'Unione Monarchica Italiana, ha commentato la scomparsa del principe Amedeo.  "L'ho sentito di recente e conservo tanti aneddoti legati a lui - ha proseguito Sacchi - anche di vita privata, di conversazioni...lui ha scritto una bella prefazione per il mio volume 'Conversazione sulla monarchia'. Ho collaborato con lui per quasi 40 anni, ho iniziato da ragazzino a servire questa idea che lui incarnava. Sarebbe stato un bel capo di Stato, peccato che gli italiani non l'abbiano potuto sperimentare. Era una persona saggia, che guardava negli occhi l'interlocutore, aveva come un'aura di serenità, io mi sentivo protetto quando parlavo con lui, come se ci fosse una corazza energetica, era un grand'uomo".