A.MOR.
Cronaca

Preti pedofili, la lettera di Papa Ratzinger sul caso abusi: "Colpe grandissime"

Il messaggio di Benedetto XVI è l'atto profondo di sincero pentimento di un uomo che però non cancella il male procurato dalla Chiesa

Preti pedofili, la lettera di Papa Ratzinger sul caso abusi: "Colpe grandissime"

"Vergogna", "dolore", "perdono". Il Papa emerito Benedetto XVI risponde al dossier sulla pedofilia nell'arcidiocesi di Monaco e si fa carico di quel grande male che da anni dissesta la Chiesa cattolica e parla di "grandissima colpa" come in un atto penitenziale. Negli incontri con le vittime "ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l'affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade". Un'inconsapevolezza che però non cancella il grande male procurato alle vittime - tantissime - da uomini della Chiesa. Negli episodi contestati nel dossier a carico di prelati dell'arcidiocesi di Monaco, così come in altri casi sparsi purtoppo nel mondo. 

La lettera in Pdf 

Il sincero "mea culpa"

La lettera di Joseph Ratzinger è il profondo atto di pentimento, il "mea culpa" di un uomo anziano "che sa di andare verso l'incontro con il Signore e quindi verso il giudizio di Dio, e questo dice la grande sincerità e profondità del testo e del modo in cui egli vive questa risposta che dà, dopo un periodo che è stato certamente di riflessione e di sofferenza per lui, ma anche di grande dibattito nella Chiesa, di confusione, di sconcerto'', come spiega Federico Lombardi, già portavoce del Vaticano. 

"Non sono un bugiardo"

Sui fatti che gli vengono imputati dal dossier pubblicato a Monaco, il Papa emerito si dice colpito dall'essere stato presentato come "un bugiardo". Poi parla anche lucidamente dell'avvicinarsi della morte: "Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita", dice in riferimento ai 95 anni che compirà ad aprile. Un giudice "giusto", "amico" e "fratello", che "mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte". Una Lettera di risposta a chi lo accusa, dunque, ma anche un messaggio a tutta la Chiesa che suona già come un testamento spirituale.

L'episodio

Il Papa emerito è accusato di negligenza, ovvero di copertura di preti abusatori, in quattro casi. A suscitare le polemiche, in particolare, è stata la circostanza per la quale nella memoria difensiva si sosteneva che Ratzinger, quando era arcivescovo di Monaco, non aveva presenziato ad una riunione nella quale c'era un prete abusatore; versione che è stata poi corretta su richiesta dello stesso Benedetto XVI.

La difesa

Ad entrare invece nel dettaglio del voluminoso rapporto di Monaco, quasi ottomila pagine, sono i quattro collaboratori esperti di diritto - Stefan Mückl, Helmuth Pree, Stefan Korta e Carsten Brennecke - che hanno aiutato Ratzinger a redigere la memoria di 82 pagine. Il Papa emerito è accusato di negligenza, ovvero di copertura di preti abusatori, in quattro casi. A suscitare le polemiche, in particolare, è stata la circostanza per la quale nella memoria difensiva si sosteneva che  Ratzinger, quando era arcivescovo di Monaco, non aveva presenziato ad una riunione nella quale c'era un prete abusatore; versione che è stata poi corretta su richiesta dello stesso Benedetto XVI. Nell'analisi legale oggi si ribadisce che è stato "un errore di trascrizione" commesso "inavvertitamente" da uno dei collaboratori e "non si può imputare a Benedetto XVI quest'errore di trascrizione come falsa deposizione consapevole o bugia".

La banalità del male 

E se Papa Francesco gli è stato "personalmente" vicino in questi giorni e soprattutto ha fatto della lotta agli abusi un cardine del pontificato, ci sono discepoli di Cristo che "dormono", non vedono il male e di fatto non si sentono coinvolti. Perché molto spesso l'indifferenza, o se  vogliamo la mancata vigilanza, di fronte alle ingiustizie della vita è anch'essa una colpa. Qualcosa di molto simile al concetto di "banalità del male" di Hannah Arendt a proposito dellì'Olocausto.