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Curare il Po e i fiumi di Lombardia: la Regione lancia una nuova figura professionale

Milano, presentato questa mattina a palazzo Pirelli un nuovo corso che dovrà formare operatori di dragaggio che potranno supportare le necessità economiche e ambientali dei corsi d’acqua lombardia

Nave spazzino sul fiume Po

Nave spazzino sul fiume Po

Milano, 2 aprile 2025 – Vuoi trovare un lavoro all’aria aperta e al contempo curare il Po, il fiume più lungo d’Italia? Da oggi nasce ufficialmente il corso professionale per la figura di operatore di dragaggio, riconosciuta nel quadro delle professioni di Regione Lombardia (QRSP). Il corso andrà a colmare le necessità dei fiumi lombardi per il prossimo futuro.

La novità è stata presentata questa mattina a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio Regionale della Lombardia. Il messaggio lanciato durante l’appuntamento è quello dell’unione dell’intera filiera per dare risposte alle necessità economiche e ambientali del sistema dei fiumi lombardi.

Nel rapporto di Unioncamere del 2023, infatti, le imprese denunciano la mancanza di candidati qualificati come conduttori di impianti fissi mobili. In alcuni settori specifici come quello delle acque interne queste figure sono particolarmente importanti sia dal punto di vista economico-produttivo, che da quello ambientale.

Cosa farà

A queste necessità risponde il corso specifico per Operatore di Dragaggio, sviluppato da Ial Lombardia in collaborazione con AiPo, che andrà a formare professionisti specializzati in escavazioni con la draga per la rimozione di sedimenti o altri materiali da un fondo subacqueo per mantenere navigabili corsi d’acqua, laghi, porti e darsene. Il materiale di scarto ricavato dall’area dragata potrà essere impiegato in edilizia o per il recupero di terra dal mare, in ottica di economia circolare.

Navigabilità

“L’attività di manutenzione del fiume Po, con interventi di dragaggio, è fondamentale per far sì che il fiume possa essere navigabile per la maggior parte dell’anno. Oggi, grazie ad un mio intervento in Consiglio regionale, che ha portato risorse finanziarie proprio per la manutenzione dell’alveo, nella tratta compresa tra Cremona e Mantova, possiamo dare un futuro diverso alla navigazione fluviale sud lombarda – ha precisato Marcello Ventura, presidente della IV Commissione regionale attività produttive –. Diventa realtà anche la figura professionale dell’operatore di dragaggio, figura fondamentale per raggiungere l’obiettivo di sviluppare la navigazione commerciale e turistica.

È prioritario collegare il porto di Cremona all’Adriatico in modo efficace e funzionale, a beneficio dell’economia e della sostenibilità”.

L’ambiente

“Abbiamo individuato una criticità da colmare e messo a disposizione la nostra esperienza nella formazione specializzata per creare o qualificare professionisti che sappiano sostituire la progressiva uscita dal mercato del lavoro di chi attualmente si occupa di dragare il Po e i suoi affluenti, garantendo la cura, la sicurezza e l’equilibrio ambientale dei corsi d’acqua”, ha spiegato Elisabetta Larini, Area Manager di Ial Lombardia. “Questa tipologia di professionalità sta diventando merce rara per le nostre imprese e i nostri impianti, tra cui le draghe, stanno subendo una grande evoluzione tecnica anche sul fronte della loro sostenibilità ambientale e questi corsi potranno creare nuove figure all’altezza delle sfide che ci attendono”, ha affermato il Responsabile Tecnico di ANEPLA Massimo Giandelli.

“Chi conosce, vive e naviga il Po sa bene quanto sia importante il lavoro dei dragatori. Infatti le operazioni di dragaggio del fondo alveo sono indispensabili al fine di garantire la possibilità di navigare anche a imbarcazioni di grandi dimensioni, poiché il fondo del fiume è mobile e dunque si possono creare bassi fondali", ha spiegato il direttore di AiPo Gianluca Zanichelli.

Guardiani

“I dragatori inoltre, come i meatori, rappresentano in un certo senso “i guardiani” del Grande Fiume. Continuiamo a ritenere che la navigazione fluviale abbia le potenzialità di un maggiore sviluppo, sia dal punto di vista turistico che commerciale, tenendo conto che ogni chiatta può trasportare l’equivalente di 80-100 Tir a tutto vantaggio della qualità dell’aria e del traffico su strada.

Nel giorno di presentazione del progetto è intervenuto anche Massimo Semprini, Direttore tecnico di Italdraghe, che ha sottolineato l'urgenza del dragaggio in Italia, evidenziando come “la carenza di draghisti qualificati metta a rischio il corretto funzionamento di corsi d’acqua, porti e bacini con il conseguente aumento rischi di allagamenti”