Peste africana attacca allevamenti di suini, in Lombardia varato piano di prevenzione

In Italia e nella nostra regione non è ancora arrivata ma se dovesse farlo avrebbe conseguente devastanti per il settore

Maiali di allevamento

Maiali di allevamento

Milano, 22 novembre 2018 - La Regione Lombardia ha approvato il piano preventivo contro la peste suina africana. Lo fa sapere l'assessore all'agricoltura, alimentazione e sistemi verdi, Fabio Rolfi, spiegando che "se dovesse arrivare nel nostro paese e nella nostra regione avrebbe conseguenze economiche devastanti sul settore suinicolo. Per questo chiediamo al governo deleghe maggiori sui piani di contenimento del cinghiale, che è il principale vettore di questa malattia".

La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali per la quale non esistono vaccini, né cure. Nel 2007, partendo dal Caucaso, si è diffusa rapidamente nei Paesi della Federazione Russa e dal 2014 è presente in alcuni Paesi dell'Unione europea. Nel settembre 2018, il virus è stato ritrovato in cinghiali selvatici rinvenuti morti in Belgio, destando ulteriore preoccupazione per la rapida diffusione dell'infezione.

"Questo documento - ha aggiunto Rolfi - è il risultato condiviso del lavoro del Tavolo regionale sulla suinicoltura. Il piano regionale prevede disposizioni sanitarie e biosicurezza negli allevamenti suini, con misure atte a ridurre il rischio di introduzione della malattia".

I suini devono essere allevati in modo tale da evitare qualsiasi contatto con i cinghiali selvatici, anche tramite la delimitazione dell'area di allevamento. Tutti gli allevamenti, compresi quelli a carattere familiare, dovranno fornire comunicazione immediata al servizio veterinario competente di ogni sospetto di peste suina, come la febbre con morbosità e mortalità in suini di ogni età o la febbre con sindrome emorragica, emorragie petecchiali ed ecchimosi. I dipartimenti veterinari eseguiranno controlli ufficiali tesi alla verifica del rispetto delle norme di biosicurezza negli allevamenti, nei punti di disinfezione e negli impianti di macellazione. Si svolgeranno poi attività informative e formative rivolte agli operatori del settore suinicolo, con riguardo anche al settore della fauna selvatica e sarà effettuata una mappatura del territorio in base alla presenza stabile e numerica del cinghiale in rapporto anche agli insediamenti suinicoli.