Papà-dirigente aggredisce l'arbitro durante una partita di calcio under 14

Due anni di squalifica per il genitore del Seregno (Monza) che si è lanciato sul direttore di gara durante la partita contro il Villa Valle (Bergamo)

Arbitro (archivio)

Arbitro (archivio)

Dovrebbero essere i campionati del divertimento e della spensieratezza, del talento e dell’entusiasmo, della passione e dei sogni. Invece no. Ci sono i gol, le vittorie e le sconfitte nei tornei giovanili. Ma c’è pure di peggio. Da anni ormai siamo abituati a leggere di tutto nei “bollettini di guerra” settimanale del giudice sportivo che arrivano in prossimità del weekend. E siccome al peggio non c’è mai fine, dopo aver appreso che in Toscana è finita sotto inchiesta una partita under 14 con calciatori e dirigenti accusati di combine ai danni di una terza squadra (poi retrocessa) dalle nostre parti è sempre la violenza a finire in copertina. E siccome le risse nei campi degli oratori avvenute le scorse settimane non erano già abbastanza ecco come si arriva a toccare il fondo.

Non sono (solo) i calciatori ad essere protagonisti, ma ancora una volta i genitori. Uno in particolare. Con l’aggravante di essere un papà-dirigente (responsabile), della squadra ospite. Ha esagerato, davvero l’ha fatta grossa questo signore che una settimana fa, durante la partita Villa Valle-Seregno, valevole per la quinta giornata del campionato under 14 regionale (girone C) ha alzato le mani (meglio, come si evince dal referto, le ha messe addosso alla “vittima“) nei confronti del giovane direttore di gara. La stangata del giudice sportivo, ovvero due anni di squalifica, è stata la naturale conseguenza. Sanzione esemplare, oltre 200 euro di multa alla società padrona di casa che ha pure rimediato la sconfitta a tavolino

Il comunicato ufficiale del Comitato Regionale Lombardo spiega quanto accaduto nei minuti di finali: "Al minuto 37 del secondo tempo - si legge - il dirigente del Seregno S.B. afferrava l’arbitro al braccio destro strattonandolo con forza e causandogli dolore indi afferrava il colletto della divisa dell’arbitro continuando a strattonarlo e col pugno col quale aveva afferrato l’arbitro lo spingeva. Il direttore di gara riusciva a divincolarsi ed assistito da un dirigente locale si portava nello spogliatoio dove provvedeva a chiamare le forze dell’ordine che prontamente intervenivano".

Assurdi e ingiustificabili i motivi che hanno innescato la miccia dell’odiosa violenza nei confronti dell’arbitro: il guardalinee di parte della formazione ospitante avrebbe impedito, utilizzando la bandierina, di far battere una rimessa laterale alla squadra avversaria. Il tutto quando mancavano pochi giri di lancetta al fischio finale e il Villa Valle era avanti 1-0. Un gesto ben poco sportivo che avrebbe scatenato il caos, in campo tra i calciatori e purtroppo (come spesso accade in questi casi) in tribuna tra i genitori. Motivo per cui, pochi istanti dopo, l’arbitro avrebbe deciso di sospendere la partita. Intimidito prima e aggredito poi, il giovane direttore di gara, al rientro negli spogliatoi, ha avvertito i dirigenti della sezione Aia di Bergamo riguardo quanto accaduto e questi ultimi gli hanno consigliato di chiedere subito l’intervento delle forze dell’ordine per la propria incolumità e quella altrui.

Fortunatamente ben presto è tornata la calma, ma questo non basta a giustificare il solito weekend di follia, considerato che l’arbitro è andato via molto spaventato, costretto a recarsi al Pronto Soccorso del Policlinico San Pietro dove gli è stata riscontrata una contusione al braccio (prognosi di tre giorni).

Il papà-dirigente squalificato fino al 19 febbraio del 2025 non l’ha presa bene e pur ammettendo le proprie responsabilità (“Mi sono comportato male, non sono stato un buon esempio”, ha dichiarato a Sprintesport) ha puntato il dito sull’arbitro e una direzione di gara ritenuta “allucinante”. Forse tacere e scusarsi con l’arbitro e con tutti i presenti sarebbe stato più opportuno. Perché alla fine, più dei due anni di squalifica, dell’ammenda irrisoria, e della sconfitta a tavolino (più pesante di quella che fino a quel momento era maturata in campo) per gli ospiti, resta un pessimo esempio. Quello di cui il calcio dei nostri ragazzi, già inquinato da veleni, sospetti e polemiche di ogni tipo (in campo, sugli spalti e anche fuori), non ha proprio bisogno