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A Milano 317 morti per il caldo nei 10 giorni bollenti di fine giugno: record negativo in Europa. Le cause della strage silenziosa

Lo studio dell’Imperial College di Londra sui decessi dal 23 giugno al 2 luglio. L’Associazione Medici per l'Ambiente rilancia l’allarme: “La crisi climatica deve essere affrontata come un'emergenza sanitaria”. Dal 1960 le temperature sono gradualmente salite come in nessun’altra città del continente

Come il cambiamento climatico incide sui decessi: in 10 giorni a Milano, durante l'ondata di calore, si stimano 317 morti

Come il cambiamento climatico incide sui decessi: in 10 giorni a Milano, durante l'ondata di calore, si stimano 317 morti

Milano, 9 luglio 2025 – È Milano, in Europa, ad indossare la maglia nera per i decessi dovuti al caldo che ha colpito il continente per 10 giorni consecutivi a partire dall’ultima settimana di giugno. Uno studio internazionale, pubblicato dall'Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, che analizza come il cambiamento climatico di origine antropica abbia intensificato la recente ondata di calore e aumentato il numero di decessi per calore, stima che dal 23 giugno al 2 luglio, in poco più di una settimana di caldo estremo, le ondate di calore abbiano causato oltre 2.300 decessi in 12 città europee, di cui 1.500 dovuti al cambiamento climatico.

A Milano il record di decessi

Turiste bevono per combattere il grande caldo
Turiste bevono per combattere il grande caldo

Tra le città esaminate secondo lo studio reso noto da piani di adattamento locale, verde urbano, tutela dei soggetti fragili e un'accelerazione decisa nella transizione ecologica. Milano è quella con il bilancio più drammatico, con 317 decessi stimati: un triste primato tutto italiano. In particolare, è indicato nello studio, si stima che “Milano sia la città più colpita in termini assoluti, con circa 317 dei 499 decessi correlati al caldo attribuibili al cambiamento climatico”.

Il Paese non sembra pronto ad affrontare le ondate di calore, né in termini di prevenzione né di adattamento urbano. Secondo Agostino di Ciaula, presidente del Comitato Scientifico dell'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente Isde Italia, l'emergenza climatica è sempre più una crisi sanitaria: "Come medici per l'ambiente denunciamo da anni i legami tra cambiamento climatico, inquinamento e salute”.

Associazione Medici per l’Ambiente: cosa fare

”Oggi più che mai chiediamo che la crisi climatica venga finalmente affrontata come un'emergenza sanitaria, soprattutto per tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione: anziani, bambini, chi soffre di malattie croniche. Lo studio – rimarca – ha infatti evidenziato che le persone di età pari o superiore a 65 anni hanno rappresentato l'88% dei decessi legati al cambiamento climatico. Servono subito piani di adattamento locale, verde urbano, tutela dei soggetti fragili e un'accelerazione decisa nella transizione ecologica. Non si può più aspettare: il prezzo è la vita delle persone, con costi riscossi quotidianamente".

Greenpeace: morti premature triplicate

In relazione allo studio, Federico Spadini della campagna clima di Greenpeace Italia dichiara: "Le temperature record di questo inizio estate stanno rendendo le nostre vite un vero e proprio inferno climatico, con morti premature triplicate, complicazioni di salute e impossibilità a svolgere le attività di tutti i giorni. E questa situazione è la diretta conseguenza della nostra dipendenza dai combustibili fossili, come ci dimostra lo studio appena uscito". Greenpeace Italia ricorda che continuare a estrarre e a bruciare petrolio, gas e carbone ha reso, e renderà, gli eventi climatici estremi come ondate di calore, alluvioni e siccità sempre più intensi e frequenti, con un costo altissimo in termini di vite umane, perdita di biodiversità e impatti socio-economici. "Per mettere fine a questa crisi, i governi devono abbandonare l'utilizzo dei combustibili fossili e imboccare davvero la strada della transizione alle fonti rinnovabili, e le grandi aziende del settore fossile devono iniziare a pagare per i danni che stanno causando con le loro emissioni fuori controllo", conclude Spadini. L'organizzazione ambientalista ha lanciato una petizione per chiedere al governo italiano e ai governi europei di abbandonare i combustibili fossili, bloccando gli investimenti e vietando i nuovi progetti fossili, in modo da liberare risorse per una reale transizione energetica.

I morti in Europa per il caldo: la classifica

Il cambiamento climatico è stato responsabile di 317 decessi in eccesso stimati a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 171 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari. Ciò significa che il probabile bilancio delle vittime del calore guidato dal cambiamento climatico in molte città europee è stato superiore ad altri recenti disastri, tra cui le inondazioni di Valencia del 2024 (224 morti) e le inondazioni del 2021 nel nord-ovest dell'Europa (243 morti). Le persone di 65 anni e oltre hanno rappresentato l'88% dei decessi legati al cambiamento climatico, evidenziando come coloro con condizioni di salute preesistenti siano i più a rischio di morte prematura durante le ondate di calore. 'Il cambiamento climatico uccide- commenta Garyfallos Konstantinoudis, Grantham Institute - Climate Change and the Environment, Imperial College London- Sta intensificando le ondate di calore e sta spingendo le persone vulnerabili al limite. Questo studio dimostra che ogni frazione di grado di riscaldamento fa un'enorme differenza - che si tratti di 1,4, 1,5 o 1,6°C. Questi cambiamenti, apparentemente piccoli, porteranno a ondate di calore più calde e a un'impennata delle morti per il caldo”.

Il ‘caso di Milano’: temperature in crescita dagli anni ‘60

Nello studio ‘Climate change tripled heat-related deaths in early summer European heatwave’, ossia ‘ll cambiamento climatico ha triplicato i decessi correlati al caldo nell'ondata di calore europea di inizio estate’, dell’Imperial Grantham Institute, a proposito del ‘caso di Milano’, città prima in Europa per decessi correlati al caldo e ai cambiamenti climatici provocati dagli esseri umani, è scritto che “la tendenza all'aumento a partire dal 1960 circa è visivamente molto chiara: la migliore stima di 3,44 °C si colloca verso l'estremità superiore di tutte le altre località della regione e il limite superiore è di quasi 8 °C”. In poche parole Milano ha fatto peggio di tutte le città europee anche solo nell’aumento delle temperature minimo, ossia di circa 3,5 gradi. In più ha raggiunto il picco di un incremento di temperatura di 8 gradi.