Omicron, le sottovarianti più contagiose. Impennata di reinfezioni: cosa succede in Italia

Ba.2 ha soppiantato la Ba.1. Primi casi anche della sottovariante 4. E per il futuro si attende l'arrivo di Omicron 5: fa paura la capacità del virus di bucare i vaccini

Milano, 12 maggio 2022 - In Italia l'attenzione è massima sulle sottovarianti di Omicron. Le diverse mutazioni del Covid hanno causato da fine marzo una impennata di reinfezioni e a far paura, in particolare, c'è la capacità del virus di bucare la protezione dei vaccini. Intanto, mentre la sottovariante Omicron Ba.2 ha quasi completamente soppiantato la Ba.1, vengono già segnalati i primi casi di Ba.4. E, secondo il microbiologo Andrea Crisanti, "è invitabile l'arrivo nel nostro Paese anche di Omicron 5. Le varianti del Covid, comunque, non sono più contagiose: semmai sono più infettive per i vaccinati".

Omicron 5 in Italia, Crisanti: "E' inevitabile. Varianti più infettive per i vaccinati"

Boom di reinfezioni, ecco perché

Allo stato attuale delle conoscenze, queste nuove sottovarianti di Omicron sembrano avere una maggior trasmissibilità rispetto a Ba.2 e, soprattutto, una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria, sia da vaccino sia da pregressa infezione: questo determina una probabilità più elevata di reinfezione, oltre a una maggiore resistenza di queste varianti agli anticorpi monoclonali". Lo sottolinea la Fondazione Gimbe nel report settimanale sull'epidemia di Covid in Italia.

L'efficacia dei vaccini

"Per quanto riguarda l'efficacia vaccinale sull'ospedalizzazione, se per queste nuove sottovarianti non sono ancora disponibili dati, la somministrazione della dose booster resta di cruciale importanza al fine di mantenere una copertura adeguata contro Omicron e Omicron 2", si evidenzia nel report della Fondazione Gimbe. Secondo i dati dell'ultimo report dell'Istituto superiore di Sanità, dal 24 agosto 2021 al 4 maggio 2022 in Italia sono stati segnalati quasi 400mila casi di reinfezione (3,3% del totale). Tuttavia l'incidenza delle reinfezioni, stabile intorno all'1% fino al 6 dicembre 2021 (data di riferimento per l'inizio della diffusione della variante Omicron), è rapidamente salita al 3% a inizio gennaio 2022, mantenendosi su questi valori - rileva Gimbe - fino a fine marzo 2022, per poi crescere ulteriormente nelle ultime settimane fino a raggiungere il 5%.

Le categorie più a rischio

Il rischio di reinfezione colpisce in particolare i più giovani (fascia d'età 12-49 anni), le donne rispetto agli uomini, le persone con prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni, le persone non vaccinate o vaccinate con almeno una dose da oltre 120 giorni, gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

La pandemia in Italia

Intanto scendono i casi di Covid in Italia, così come i ricoveri e i decessi: ma è netta la riduzione dei tamponi (-23,6%). Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 4-10 maggio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (286.350 contro 394.945) e dei decessi (842 contro 962). In calo anche i casi attualmente positivi (1.082.972 rispetto a 1.199.960), le persone in isolamento domiciliare (1.074.035 mentre prima erano 1.189.899), i ricoveri con sintomi (da 9.695 a 8.579) e le terapie intensive (da 366 a 358).