Omicron 4 isolata a Monza: quante sono le varianti, perché il virus muta e i vaccini

La scoperta è avvenuta al laboratorio di Microbiologia dell’ospedale San Gerardo: primo caso in Italia

Un laboratorio Covid

Un laboratorio Covid

Il Coronavirus continua a mutare e al San Gerardo di Monza è stata isolata, per la prima volta in Italia, la variante Omicron 4. Ieri il laboratorio di Microbiologia dell’ospedale ha genotipizzato la BA.4, ovvero la nuova sottovariante di Omicron su cui sono concentrate le attenzioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Omicron 4 è stata individuata analizzando il tampone di un paziente all'interno del laboratorio monzese inserito nella rete dei 17 centri lombardi che si occupano proprio dell'identificazione e dell'isolamento delle varianti.

Covid, BA.4 e BA.5: le nuove sottovarianti monitorate dall'Oms

Omicron 4 era stato isolato per la prima volta in Sudafrica già tra gennaio e febbraio, successivamente la variante BA.4 è stata sequenziata anche in Inghilterra, Scozia, Danimarca. "Per queste varianti (anche la BA.5), sono disponibili prove sulle proprietà genomiche, epidemiologiche o in vitro che potrebbero implicare un impatto significativo sulla trasmissibilità, gravità e/o immunità; realisticamente potrebbero avere un impatto sulla situazione epidemiologica nell’Unione europea o nello Spazio economico europeo. Tuttavia, le prove sono ancora preliminari o associate a grande incertezza”, il report dell'ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Cosa significa che un virus muta?

Quando un virus si replica o crea copie di se stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati "mutazioni". Un virus con una o più nuove mutazioni viene indicato come una "variante" del virus originale.  Finora sono state identificate in tutto il mondo centinaia di varianti di questo virus. L'OMS e la sua rete internazionale di esperti monitorano costantemente le modifiche in modo che, se vengono identificate mutazioni significative, l'OMS può segnalare ai Paesi eventuali interventi da mettere in atto per prevenire la diffusione di quella variante.

Ecco in sintesi una breve descrizione di tutte le varianti definite preoccupanti “variants of concern” dall’OMS:

  • Variante Omicron (Variante B.1.1.529) rilevata per la prima volta in Sud Africa il 24 novembre 2021. Attualmente predominante in Italia ed Europa.
  • Variante Delta (Variante VUI-21APR-01, nota anche come B.1.617) rilevata per la prima volta in India.
  • Variante Gamma (Variante P.1) con origine in Brasile.
  • Variante Beta (Variante 501Y.V2, nota anche come B.1.351) identificata in Sud Africa.
  • Variante Alfa (Variante VOC 202012/01, nota anche come B.1.1.7) identificata per la prima volta nel Regno Unito.

Quante sono le varianti di Omicron?

Tecnicamente le varianti di Omicron sono BA.1, BA.2, BA.3, BA.5 e BA.5. Omicron ha più di 30 mutazioni genetiche rispetto al virus originale (il ceppo Wuhan). La sottovariante Omicron 2 (tecnicamente BA.2) è la forma attualmente dominante e condivide molte somiglianze genetiche con la sottovariante BA.1 (che ha alimentato una recrudescenza globale delle infezioni nei mesi passati, anche se ora in Italia ha una diffusione scesa all'11,8%), ma è il 30% più contagiosa. La variante BA.3, invece, è assolutamente marginale con una diffusione dello 0,2%. Ora in italia è comparsa anche la BA.4 e l'Organizzazione mondiale della sanità sta monitorando anche la diffusione della BA.5, sequenziata per ora in Sudafrica.

Quanto è diffusa Omicron in Italia?

Secondo l’indagine rapida del 4 aprile 2022, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, la variante Omicron risulta ormai virtualmente l’unica variante di SARS-CoV-2 circolante nel nostro Paese. Già nell’indagine precedente del 7 marzo 2022, del resto, la prevalenza era stimata al 99.86%, in particolare, in questa indagine il sotto-lignaggio BA.2 rappresenta l’86,6% tra le varianti Omicron rispetto al 44,07% dell’indagine precedente. BA.2 è considerata un sotto-lignaggio più trasmissibile di BA.1, ma non responsabile di malattia più grave.

I vaccini sono efficaci contro le varianti?

Dati preliminari suggeriscono che la variante Omicron sarebbe in grado di ridurre l’efficacia dei vaccini nei confronti dell’infezione, della trasmissione e della malattia sintomatica, soprattutto in chi ha completato il ciclo di due dosi da più di 120 giorni. Anche se la protezione fornita dalla vaccinazione diminuisce nel tempo, i vaccini rimangono però altamente efficaci nel prevenire le manifestazioni gravi causate da Covid-19 e le sue varianti, diversi mesi dopo il ciclo vaccinale completo. Le persone che sono completamente vaccinate hanno infatti un rischio significativamente inferiore di sviluppare una forma di malattia grave o di avere la necessità di ricovero in ospedale, rispetto alle persone non vaccinate o vaccinate da molto tempo.  Le dosi di richiamo (booster) somministrate mesi dopo un ciclo vaccinale completo, inoltre, possono ripristinare la protezione iniziale fornita dalla vaccinazione, anche in presenza di nuove varianti come Omicron.