Omicron 5 in Italia, Crisanti: "E' inevitabile. Varianti più infettive per i vaccinati"

Covid, secondo il microbiologo "sarà fondamentale capire la capacità di diffusione delle mutazioni. Una nuova ondata? Difficile ipotizzare scenari per i prossimi mesi"

Milano, 11 maggio 2022 - In Italia la situazione epidemiologica è sotto controllo. Ma l'attenzione resta comunque alta, soprattutto in merito alla diffusione delle nuove varianti Omicron 3 e 4. "Non sono più contagiose, semmai sono più infettive per i vaccinati", ha spiegato alla Dire Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Microbiologia molecolare all'Università di Padova. "Ciò accade - le parole dell'esperto - perché queste varianti non vengono riconosciute dal vaccino". Dopo Omicron 3, in Italia è stata già isolata la nuova sottovariante BA.4 di Omicron in due laboratori, uno a Reggio Calabria e l'altro a Monza. E sullo sfondo c'è l'arrivo di altre mutazioni del Covid: "Il punto non è fare la collezione delle varianti - ha detto Crisanti - ma vedere se hanno o meno una capacità di diffusione. Sono due cose completamente diverse". Al momento, però, di loro se ne sa "ancora pochissimo, probabilmente hanno una contagiosità un po' più elevata per i vaccinati, ma tutto qui".

Quanto ad Omicron, secondo alcuni esperti, si tratterebbe di una variante diversa dalle altre perché ha una capacità straordinaria di evolversi. Secondo Crisanti, però, "non cambia nulla rispetto agli altri virus. Ci sono alcuni virus che cambiano in continuazione, altri un po' meno". Fatto sta che a oggi ogni nuova subvariante si è mostrata più abile nell'infettare rispetto alla precedente, questo perché "il processo va in quella direzione, cioè la spinta evolutiva è proprio verso la capacità riproduttiva. Quindi è logico - ha continuato - che si avvantaggiano le varianti più infettive". In Sudafrica si va addirittura verso la quinta ondata, mentre si sono già diffuse ampiamente le varianti Omicron 4 e 5. "Se sono in Sudafrica - la previsione di Crisanti  - prima o poi arriveranno anche in Italia, è inevitabile".

Sul fronte dell'utilizzo della mascherina, ancora obbligatoria al chiuso fino al 15 giugno su trasporti, per spettacoli e in strutture sociosanitarie, il microbiologo ha detto: "La mascherina protegge molto bene, il problema è che a livello di popolazione non ha molto effetto. Se ci mettiamo la mascherina al supermercato, ma poi la togliamo quando andiamo al ristorante o in discoteca, allora il dispositivo di protezione durante la giornata avrà un impatto del 10%, se tutto va bene. La mascherina protegge chi la usa in continuazione e in modo diligente". L'arma principale per contrastare la diffusione del virus resta comunque il vaccino: "È evidente, su questo non c'è dubbio - ha commentato Crisanti - d'altronde anche l'esperienza cinese dimostra chiaramente che le misure di contenimento con questo virus non funzionano".

Fra poco arriverà l'estate e poi di nuovo l'autunno: "Difficile al momento immaginare scenari per il futuro. Dipende moltissimo dalla durata della vaccinazione e da quante persone si infettano durante questo periodo - ha concluso Crisanti -. Una ennesima ondata? Se noi oggi paradossalmente mettessimo delle restrizioni per proteggere i fragili di fatto il virus circolerebbe di meno e avremmo un problema maggiore a settembre/ottobre. Cosa diversa, invece, è permettere al virus di circolare tra le persone sane e proteggere i fragili - ha concluso -. Non ci sono alternative a questo approccio".