
Alberto Stasi
Garlasco (Pavia), 9 dicembre 2015 - La Cassazione si pronuncerà venerdì prossimo sul ricorso contro la condanna con rito abbreviato a 16 anni di carcere di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi che fu assassinata il 13 agosto 2007 in una villetta di via Pascoli a Garlasco (Pavia). Il ricorso era stato depositato sia dai difensori del 32ennesia dalla Procura generale di Milano per chiedere ai supremi giudici di cancellare il verdetto che era stato pronunciato il 17 dicembre 2014 da Barbara Bellerio, presidente della prima Corte d’Assise d’appello del capoluogo lombardo.
La Cassazione si pronuncerà dunque definitivamente sulla colpevolezza o innocenza di Stasi, oppure deciderà di rinviare alla corte d’Assise d’appello di Milano per un processo ter. A otto anni di distanza dal terribile delitto della 26enne studentessa pavese, la Cassazione è dunque nuovamente chiamata a decidere su una vicenda processuale piuttosto travagliata che ha sempre avuto Stasi come unico imputato. Il 17 dicembre 2009 infatti il giovane era stato assolto in primo grado con rito abbreviato dal gup di Vigevano Stefano Vitelli, sentenza che era stato ribadita due anni dopo, il 6 dicembre 2011, nel processo di appello davanti alla seconda Corte d’Assise d’appello di Milano, presieduta da Anna Conforti.
La parte civile (i genitori e il fratello della vittima) e il procuratore generale Laura Barbaini (che voleva 30 anni di carcere per Stasi, così come due anni prima i pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci) avevano però presentato ricorso in Cassazione sostenendo che non erano stati tenuti in conto diversi e importanti aspetti. Il 18 aprile 2013 i supremi giudici avevano accolto il ricorso, annullando l’assoluzione e disponendo un nuovo processo d’appello, che aveva preso il via al Tribunale di Milano il 9 aprile 2014 con un nuovo dibattimento, e quindi con ulteriori indagini, verifiche, approfondimenti, esami e testimonianze e che terminò appunto con la sentenza di condanna.