Obesity Day 2021, un 1 italiano su 2 è ingrassato: colpa del Covid

Coldiretti su un'indagine Istat: aumento di peso soprattutto tra gli uomini (55%). E lancia "Educazione alla Campagna Amica" nelle scuole

Tra lockdown e smart working si è mangiato di più

Tra lockdown e smart working si è mangiato di più

Roma - Saranno stati i lockdown, con quelle torte e tagliatelle fatte in casa alla prima ondata e immortalate via social, o magari lo smart working con il frigorifero "troppo" vicino al computer, fatto sta che il 46% degli italiani è aumentato di peso nell'epoca del Covid. Emerge, oltre che dalle bilance, da una analisi di Coldiretti su dati Istat, diffusa in occasione dell'Obesity Day 2021 promosso da oltre dieci anni dall'ADI, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, che ricorre ogni anno il 10 ottobre.

Ad accusare l'aumento di chili sono stati "soprattutto gli uomini - sottolinea la Coldiretti - dove l'eccesso di peso interessa addirittura più della metà della popolazione (55%) mentre per le donne la percentuale è di molto inferiore (37%). A livello territoriale la situazione di maggior incremento si registra nelle regioni del Mezzogiorno (50% in sovrappeso) mentre al Nord si ferma al 43% e al Centro al 42%". Una tendenza legata al fatto che 1 persona su 4 durante la pandemia ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo rispetto a prima, ma se si considerano i più giovani la percentuale sale al 40%.

Coldiretti ricorda dunque il progetto di "Educazione alla Campagna Amica" che con la riapertura delle scuole coinvolge mezzo milione di bambini delle scuole elementari e medie in tutta Italia con lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe.

"Occorre creare le condizioni per una crescita qualitativa nell'alimentazione dei nostri figli che sono stati forse le vittime principali dei problemi causati dalla pandemia", ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "da questo punto di vista il tema dell'educazione alimentare delle nuove generazione diventa cruciale con la necessità di qualificare anche l'offerta delle mense scolastiche con cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive nazionali e garantiscono genuinità e freschezza".