
Droghe
Milano, 12 giugno 2018 - Nel 2017 in Lombardia c’erano 55 mila persone seguite per una dipendenza (settemila in più in tre anni); ma anche 341 grammi di coca assunti in un giorno normale dai milanesi, o 11 di metamfetamfetamine se era il weekend, in base all’analisi delle acque dell’IstitutoMario Negri che fotografa il consumo della popolazione d’un depuratore nel giro di 48 ore. E serve anche velocità per combattere le nuove droghe di cui «si può morire senza fare in tempo a diventare dipendenti. Abbiamo un enorme problema di sanità mondiale e dobbiamo cambiare il modo di guardarlo per non farci trovare impreparati», ha chiarito Riccardo Gatti ieri all’ospedale San Carlo, a operatori di ospedali, del sistema dei Sert e dei dipartimenti di salute mentale riuniti dalla riforma lombarda e a Milano, da un anno, sotto il dipartimento interaziendale da lui diretto all’Asst dei Santi. C’è una rete da costruire, sottolinea il dg Marco Salmoiraghi, dal pronto soccorso alle politiche del Welfare, dove l’assessore Giulio Gallera chiede «paradigmi nuovi per una lotta che è una priorità».
Per affrontare droghe nuove, formule chimiche in vertiginosa evoluzione dietro nomi e packaging d’un marketing aggressivo, vendute a prezzo basso e a milligrammi (anziché grammi), potenti e sconosciute a chi le prende, a chi corre a salvarlo, alle forze dell’ordine che intercettano più spesso le sostanze classiche. Tutt’altro che sparite e anzi spesso mescolate a queste Nps, «nuove sostanze psicoattive» smerciate dal pusher che abbiamo tutti in casa, internet. IL SISTEMA d’allerta europeo ne ha intercettate 51 l’anno scorso, una a settimana. Ci sono gli oppiacei sintetici come i fentanili, da cinquanta a cento volte più potenti della morfina, che negli Usa, ricorda Gatti, «in un anno hanno fatto più morti dell’intera guerra del Vietnam». Ci sono i cannabinoidi sintetici, due-tre volte più potenti del Thc e avvolti dalla medesima allure di innocuità. «Errore – sottolinea Fabrizio Schifano, psichiatra e professore di farmacologia in Gran Bretagna –: anche la marijuana organica può innescare un episodio psicotico non prevedibile in una persona che abbia una vulnerabilità».
E poi la cannabis che circola oggi nell’Ue - e vale da sola il 40% del mercato europeo della droga, un affare stimato in 24-30 miliardi di euro l’anno - «ha raddoppiato la potenza a prezzi invariati», chiarisce Danilo Ballotta dell’EMCDDA, l’agenzia europea contro le droghe. E così anche la coca «di purezza mai registrata in 10 anni», e l’eroina riemersa dal declino, in un mercato «dinamico, che si adatta alle misure repressive, diversificato, globale, competitivo e sempre più pericoloso». PERCHÉ a prezzi invariati si compete - e lo fanno anche i Paesi europei, tutti produttori di cannabis - sulla potenza del principio attivo, «senza apparenti meccanismi di automoderazione» nei consumatori. «L’orizzonte non è oggi, ma adesso», osserva lo psichiatra Schifano; e dunque in rete, oltre alle Nps, si scambiano farmaci contraffatti e stratagemmi come il sovradosaggio d’uno sciroppo per la tosse per produrre effetti simili alla ketamina, di un rimedio per disturbi intestinali ribattezzato «il metadone dei poveri». «È la tempesta perfetta», osserva Franca Davanzo del Centro antiveleni del Niguarda che l’anno scorso gli ospedali hanno chiamato più di mille volte con un paziente da curare in urgenza senza che spesso nessuno (nemmeno lui) sapesse cos’aveva preso. Dalla trincea delle corsie, aggiunge Carlo Locatelli del Centro antiveleni di Pavia, s’intravvedono conseguenze sociali pesantissime: «Sedicenni con infarto del miocardio, giovani con psicosi da cannabinoidi sintetici e danni permanenti al sistema nervoso centrale». E anche, aggiunge Claudio Mencacci, primario al Fatebenefratelli-Sacco, «una porta d’ingresso comune e tollerata, che si chiama consumo di caffeina, alcol, sigarette, e inizia sotto i 13 anni».