Nobel per la Pace 2021, premiati i giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov

Entrambi sono impegnati nella tutela della libertà di espressione

Maria Ressa e Dmitry Muratov

Maria Ressa e Dmitry Muratov

 Il Premio Nobel per la Pace è andato a due giornalisti, la filippina Maria Ressa e il russo Dmitry Muratov, entrambi impegnati nella tutela della libertà di espressione. La prima, co-fondatrice di Rappler, sito di giornalismo investigativo, "usa la libertà di espressione per esporre l'abuso di potere, l'uso della violenza e il crescente autoritarismo" nelle Filippine. Muratov, direttore di Novaya Gazeta, si è rifiutato di abbandonare la politica seguita dal periodico russo, difendendo l'indipendenza e i diritti dei giornalisti. I due giornalisti sono stati scelti da una rosa di 329 candidature considerate meritevoli di concorrere al prestigioso riconoscimento.

Le prime parole di Ressa e Muratov

''Coraggio'' e ''congratulazioni'' sono le prime parole che la giornalista filippina Maria Ressa ha voluto rivolgere al collega russo  con cui ha condiviso il Premio Nobel per la pace. Mentre Muratov ha precisato "E' il premio ad Anna Politkovaja, non il mio", ricordando la collega uccisa nel 2006. Il direttore di Novaya Gazeta ha poi specificato che il premio deve essere considerato destinato anche ad altri giornalisti ed attivisti.

Le motivazioni

Il riconoscimento è stato assegnato per "la loro coraggiosa battaglia per la libertà di espressione nelle Filippine e in Russia" e "per i loro sforzi per salvaguardare la ibertà di espressione, che è una condizione preliminare per la  democrazia e una pace duratura", come ha annunciato la presidente della Commissione norvegese per il Nobel, Berit Reiss-Andersen, sottolineando che i due premiati rappresentano "tutti i giornalisti che si battono per questo ideale in un mondo in cui la democrazia e la liberta' di stampa affrontano condizioni sempre più avverse".

Le previsioni

A differenza del Nobel per la Letteratura, assegnato ieri al romanziere tanzaniano Abdulrazak Gurnah, sono state parzialmente confermate le previsioni della vigilia, che davano come favoriti Greta Thunberg, i leader dell'opposizione bielorussa e le organizzazioni che si battono per la libertà di stampa.