Connessi e con profili social a 11 anni: è boom di minori prede della Rete

Indagine del Corecom: aumentati da inizio anno del 68% i casi di cyberbullismo e del 50% gli adescamenti. Ragazzini sempre più online anche per cause di forza maggiore, ma impreparati e poco controllati

I dati

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Milano - Bambini e ragazzini sempre più online. Il lockdown ha raddoppiato non solo le ore trascorse davanti a schermi e smartphone, ma anche le insidie. "Solo nei primi mesi del 2021 i casi di cyberbullismo sono aumentati del 68% rispetto al 2020; i casi di sexting del 70%, di revenge porn del 40% e l’adescamento di minori online del 50%. Dei casi segnalati in Italia il 30% è avvenuto in Lombardia". Parte da questa fotografia - e dall’urgenza di un’educazione digitale nelle scuole - l’analisi del presidente del Corecom Lombardia, Marianna Sala. Tra le mani il “Libro bianco su media e minori“, l’ultima indagine svolta dall’istituto regionale di garanzia e controllo sul sistema delle comunicazioni e dal centro di ricerca in “Information Society Law“ del dipartimento di Scienze giuridiche dell’università Statale di Milano, che concentra le ultime ricerche - fra pericoli e buone prassi - e due sondaggi svolti fra 1.865 ragazzi (tra i dieci e i 14 anni), e pure tra 162 docenti di tutta la Lombardia per raccogliere il loro vissuto durante il lockdown e l’attività di didattica a distanza.

«L’incremento delle segnalazioni di cyberbullismo può essere letto anche come un aumento della consapevolezza, ma c’è ancora tanto sommerso – ricorda Marianna Sala –. Anche perché la maggioranza dei “nativi digitali“ in realtà è autodidatta". Nel “libro bianco“ emerge che solo il 7% ha seguito corsi sul tema a scuola, l’80% ha imparato sul campo, “smartphone in mano“ o in famiglia. Il 95.6% dei ragazzini è iscritto a un social network e si abbassa sempre più l’età: nella fascia 11-12 anni gestisce già un profilo l’89.2%. Se un ragazzo su tre utilizza il cellulare oltre tre ore al giorno e il 73% è al pc per la didattica per almeno altre tre ore, aumenta pure l’esposizione alle insidie.

«Ogni mese riceviamo oltre 300 segnalazioni di situazioni pericolose per i minori in rete, l’anno scorso, dopo il primo lockdown, erano 60-70 – spiega Ivano Zoppi, direttore Fondazione Carolina –. Episodi fra coetanei, ma anche cyberbullismo verso i docenti. Cresce la presenza di minori in gruppi illegali su Telegram e c’è un aumento dei casi di sexting: i ragazzi non si vedono fisicamente e condividono identità e intimità, poco consci del pericolo". «La tecnologia è entrata con forza nella quotidianità e nel mondo della scuola – sottolinea la presidente di Corecom Lombardia – ora più che mai è imprescindibile una educazione digitale. Il “libro bianco“ non è un semplice studio accademico ma uno strumento conoscitivo e operativo per chi lavora quotidianamente con i minori, dai docenti ai genitori, e per i decisori. Perché non basta essere immersi nel digitale per avere piena consapevolezza e non cadere nelle trappole".