Scoperti 165 sanitari irregolari in ospedali e Rsa: 8 denunce, chiuse 5 strutture

Blitz dei Nas in tutta Italia, sempre più frequenti i contratti d'appalto a cooperative. Trovati in servizio over 70, medici generici non formati a gestire parti cesarei in ostetricia e in pronto soccorso personale non specializzato in "medicina d'urgenza"

Medici (foto di repertorio)

Medici (foto di repertorio)

Sono 165 i sanitari  irregolari in ospedali e Rsa scoperti scoperti e segnalati  dai carabinieri dei Nas in seguito a una serie di blitz effettuati, d'intesa con il Ministero della Salute, da metà novembre sulle strutture sanitarie e socio-assistenziali pubbliche e private di tutto il territorio nazionale. Strutture che per sopperire alla carenza di personale e garantire l'erogazione  minima dei servizi di cura ed assistenza ricorrono sempre più spesso a contratti di appalto per avvalersi di professionalità sanitarie - medici, infermieri ed operatori sanitari - forniti da società esterne, solitamente riconducibili a cooperative,  non sempre in regola.

I numeri

I militari del Nas hanno effettutato 1.934 accessi a strutture sanitarie, monitorando 637 imprese/cooperative private e verificando l'idoneità di oltre 11.600 figure tra medici (13%), infermieri (25%) e altre professioni sanitarie(62%) (operatori socioassistenziali, tecnici di laboratorio e figure similari), riscontrando irregolarità in 165 posizioni lavorative. I Nas hanno segnalato complessivamente 205 persone, tra responsabili di cooperative, titolari di strutture sanitarie ed operatori sanitari, di cui 83 all'autorità giudiziaria e 122 a quella amministrativa.

Otto denunce per frode

In particolare, sono stati denunciati 8 titolari di cooperative per l'ipotesi di reato di frode e inadempimento nelle pubbliche forniture ritenuti responsabili di aver inviato personale in attività di assistenza ausiliaria presso ospedali pubblici, in numero inferiore rispetto a quello previsto dalle condizioni contrattuali con l'Azienda sanitaria. O hanno impiegato semplice personale ausiliario, privo del prescritto titolo abilitativo, anziché figure professionali socio-sanitarie (o.s.s.), e, infine, personale medico non specializzato per l'incarico da ricoprire. 

Over 70 e medici generici in ostetricia

Durante le ispezioni i carabinieri hanno riscontrato la fornitura di medici da parte di cooperative con età anagrafica superiore a quella stabilita contrattualmente - anche sopra i 70  anni - e l'impiego esternalizzato di risorse umane non adatto a  esigenze di specifici reparti ospedalieri, come la fornitura presso reparti di "ostetricia e ginecologia" di personale  sanitario, tra cui medici generici, non formato a gestire parti cesarei o, ancora, personale medico da impiegare presso il pronto soccorso non specializzato in "medicina d'urgenza".

Esercizio abusivo della professione per 43 operatori

Sono emersi diversi casi di esercizio abusivo della professione (43 operatori) in particolare riguardanti lo svolgimento di attivité infermieristiche in assenza di iscrizione all'albo e senza il riconoscimento dei titoli acquisiti all'estero, frequentemente favorite dalla mancanza di verifica preliminare da parte dei responsabili delle cooperative. In un caso una cooperativa attiva nella provincia di Latina ha fornito un medico, già in servizio presso un ospedale pubblico in rapporto esclusività, ad un nosocomio di un'altra  provincia per ricoprire turni di guardia. Numerose le violazioni evidenziate dai Nas circa l'impiego di figure sanitarie esterne, collocate in attività lavorativa senza l'adeguata formazione sulla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Chiuse 5 strutture sociosanitarie

Sono state accertate e contestate anche violazioni per carenze autorizzative, funzionali e strutturali che hanno determinato, nei casi più gravi, la chiusura di 5 strutture socio-sanitarie