Mascherine U-Mask, procedimento dell'Antitrust: "Pubblicità ingannevole"

Contestata la promozione e la vendita dei prodotti: "Modalità aggressive, sfruttando la situazione di emergenza sanitaria"

La mascherina U-Mask

La mascherina U-Mask

Roma, 15 febbraio 2021 - L'Antitrust ha avviato un procedimento istruttorio, nei confronti delle società U-Earth Biotech Ltd e Pure Air Zone Italy Srl, per contestare le attività di promozione e di vendita delle mascherine U-Mask. Secondo l'Autorità, infatti, queste verrebbero svolte con modalità ingannevoli e aggressive, sfruttando indebitamente la situazione di emergenza sanitaria in corso per indurre il consumatore a comprare a prezzi elevati il prodotto reclamizzato. I claim con cui le società enfatizzerebbero l'efficacia, in termini di prevenzione, delle mascherine in questione appaiono in grado di ingannare i consumatori, spingengoli all'acquisto di un prodotto privo delle caratteristiche e della capacità filtrante pubblicizzata, con conseguente potenziale pericolo per la salute.

Sotto questo profilo, al prodotto U-Mask da un lato è attribuita un'efficacia protettiva (per singolo filtro) di 200 ore di utilizzo effettivo o di un anno, che non sarebbe debitamente comprovata stando alle informazioni raccolte dall’Autorità. Dall'altro, questo modello di mascherina sarebbe impropriamente comparato con i dispositivi di protezione individuale. Invece U-Mask non è certificata come dispositivo di protezione individuale, ma risulta registrata al ministero della Salute come dispositivo medico di "classe I". Vengono inoltre contestate altre omissioni e ambiguità nelle informazioni presenti sul sito in relazione al diritto di recesso, alla garanzia legale di conformità e al meccanismo extra-giudiziale di reclamo e ricorso.

Le mascherine U-Mask erano finite anche sotto la lente della Procura di Milano. A fine gennaio gli agenti della polizia locale, su disposizione dei procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco, avevano sequestrato 15 mascherine insieme a cinque filtri: un'indagine per accertare la capacità di filtraggio. La società finita nel mirino delle indagini aveva subito sottolineato che i propri prodotti soddisfano "pienamente le norme e le leggi in materia". "Siamo certi che le indagini in corso chiariranno la trasparenza del nostro operato", ha riferito l'azienda, precisando di aver "collaborato attivamente con gli inquirenti, fornendo la documentazione richiesta". "Tutta la documentazione tecnica relativa ai nostri dispositivi - ha spiegato la società in merito alla capacità di filtraggio dei dispositivi - è stata a suo tempo inviata, come prescritto dalla legge, all'autorità competente (Ministero della Salute) che, preso atto della correttezza della documentazione e delle prove tecniche effettuate, ne ha disposto l'approvazione e la registrazione come dispositivi medici di classe uno".