Marzia Andorlini, chi è la frontaliera delle truffe: 70 anni dalla Svizzera in Smart

Sei colpi in serie e un bottino da migliaia di euro tra contanti e gioielli Finto incidente, richiesta di soccorso e falsa poliziotta: la tecnica d’azione. Ora parte la caccia ai complici

Truffe anziani

Truffe anziani

Truffatrice frontaliera. Sciacalla pendolare a 70 anni. Base in Svizzera, territorio di caccia in Italia. In carcere, a Como, è finita con l’accusa di aver commesso sei raggiri (alcuni solo tentati e non riusciti) ai danni di persone anziane. Utilizzando sempre lo stesso metodo: incutere timore nelle vittime dopo averle convinte che un loro parente era rimasto coinvolto in un incidente e aveva bisogno di soldi. L’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Sondrio ha raggiunto Marzia Andorlini, residente in Svizzera, rintracciata giovedì a Como e portata in carcere al Bassone con l’accusa di truffa e tentata truffa.

Le indagini , condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Sondrio, sono partite dalle sei segnalazioni giunte il 16 novembre scorso, relative a quattro truffe tentate ai danni di donne di età compresa tra gli 80 e i 94 anni, e due andate a segno, con un bottino di 1.500 euro in contanti e 35mila euro in monili d’oro e d’argento.

Il tutto in rapidissima sequenza. Il primo tentativo era stato commesso alle 11.30 in via Fossati, seguito da un altro alle 12.20 in via Ercole Bassi. Dieci minuti dopo, alle 12.30, la truffatrice era riuscita a farsi consegnare denaro e oggetti di valore da un’anziana in Lungomallero Diaz, e alle 13.15 aveva replicato, stavolta invia Gorizia. Infine gli ultimi due tentativi, in via Marconi alle 13.30 e in via Don Guanella alle 15.10.

Gli investigatori hanno innanzitutto ricostruito tecnica e modalità d’azione: le anziane venivano contattate telefonicamente sull’utenza fissa di casa; al telefono si presentava un uomo che, dichiarando di essere il nipote della vittima, diceva di essere rimasto coinvolto in un grave incidente; a quel punto partivano le richieste di denaro, ma anche di oggetti preziosi, per far fronte a inesistenti danni derivanti dall’incidente. Per la consegna venivano raggiunti a casa da una donna, che gli investigatori hanno identificato nella Andorlini, che si presentava come l’assistente del notaio oppure come la poliziotta che stava seguendo la vicenda.

Secondo le accuse, l’indagata effettuava continui viaggi tra Svizzera e Italia, utilizzando esclusivamente autovetture noleggiate oltre confine, quasi sempre Smart, che venivano cambiate di continuo per eludere un possibile rintraccio che potesse mettere facilmente in relazione l’autrice delle truffe con l’auto eventualmente avvistata in zona. Giovedì, quando già era stata emessa la misura cautelare a suo carico, la Andorlini è stata rintracciata grazie alla collaborazione con la Polizia di Frontiera di Ponte Chiasso e il Centro di Cooperazione di Polizia e Doganale di Chiasso, che l’ha fermata in Italia. Con sé aveva diversi telefoni, tra cui due iPhone e un cellulare che potrebbe essere stato utilizzato per le truffe, 1.000 euro in contanti e sei carte di credito svizzere.

Ora le indagini proseguono con ulteriori accertamenti e con l’analisi del traffico telefonico, anche per meglio ricostruire le modalità delle truffe, e capire se agiva da sola. Al momento si trova in cella al Bassone, in attesa dell’interrogatorio di garanzia con il Gip, durante il quale la donna potrà rendere la sua versione circa le accuse che le vengono mosse.