L’agenda Majorino: "L’avversario è Fontana. E con la Moratti non escludo sorprese"

Via libera dell’assemblea del Pd alla candidatura. Nessun tavolo di confronto chiesto dal Terzo polo e sull’alleanza e porte aperte ai 5 Stelle

Pierfrancesco Majorino, 49 anni, europarlamentare del Pd e candidato al Pirellone

Pierfrancesco Majorino, 49 anni, europarlamentare del Pd e candidato al Pirellone

Milano - ​La prima uscita pubblica da candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione è stata proprio sotto Palazzo Lombardia, nel tardo pomeriggio di ieri, e su un tema da tempo sensibile della politica regionale: il servizio ferroviario. Già, Pierfrancesco Majorino ha partecipato alla manifestazione di protesta organizzata da alcuni comitati dei pendolari, che hanno raccolto e consegnato 30mila firme per chiedere un servizio migliore: "Sono convinto che la gestione di Trenord sia da ribaltare, in modo costruttivo e positivo", ha fatto sapere il candidato del centrosinistra. Alla stessa manifestazione hanno presenziato anche alcuni consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.

E il tema, stavolta, è di quelli sensibili all’interno della coalizione che sostiene lo stesso Majorino: ancora giovedì sera, infatti, +Europa usciva con una nota nella quale alla prima riga esprimeva il proprio sostegno alla candidatura dell’europarlamentare del Pd e alla riga immediatamente successiva precisava che la squadra sarebbe dovuta restare quella, senza aperture ai pentastellati. Majorino, allora, deve usare cautela per non compromettersi né su un versante né sull’altro: "Io ai Cinque Stelle non ho mai sbattuto le porte, non ho mai demonizzato nessuno, ma non sono neanche per inseguirli. Il centrosinistra c’è e ha un patto molto forte, quindi noi andiamo avanti". Tradotto: c’è la convinzione di poter guardare e puntare all’elettorato dei Cinque Stelle pur senza necessità di stringere alleanze formali che romperebbero la coalizione attuale.

La chiusura resta netta, invece, nei confronti di Letizia Moratti, candidata governatrice del Terzo Polo: "Non mi risulta ci sia da parte di nessuno la richiesta di sedersi ad un tavolo con Moratti", risponde laconico Majorino. Non solo: "Credo che la sfida per arrivare primi sia tra me e Attilio Fontana – il governatore uscente ricandidato dal centrodestra –, onestamente". Da parte sua, l’ex vicepresidente della Regione, in serata, dagli studi televisivi de La 7, fa intendere che ci sono ancora margini per un’alleanza o una convergenza col Pd che avrebbe dell’incredibile: "Non escludo sorprese". In attesa di capire se queste sorprese si materializzeranno, l’europarlamentare del Pd si dice convinto di potercela fare, anche grazie al contributo dei sindaci del centrosinistra.

"Si vince con una squadra forte, compatta e coesa, con un centrosinistra molto combattivo, con tantissimi sindaci che si metteranno in gioco nelle città che governiamo – spiega, stavolta a margine di un evento di Bookcity all’Università Statale –. Credo sia fondamentale affrontare questa sfida a testa alta. Mando innanzitutto un messaggio ai cittadini lombardi: con noi si vince, mandiamo via Attilio Fontana". Tra gli sfidanti, ieri, ci sono stati contatti telefonici: "Ho sentito al telefono Letizia Moratti e Attilio Fontana – fa sapere ancora Majorino –. Sono state due telefonate assolutamente civili. Mi auguro che le prossime settimane si svolgano in nome del rispetto. E del confronto delle idee".

Ma il centrodestra va all’attacco: "Alla fine la montagna ha partorito il Majorino – ironizza Roberto Anelli, capogruppo della Lega in Consiglio regionale –. Dopo mesi di aspri dibattiti, di nomi proposti e poi ritirati, di rinunce come quella di Carlo Cottarelli, il centrosinistra ha deciso di puntare su un candidato da sempre orientato all’ideologia e poco alla concretezza". "Nella certezza di perdere le elezioni in Lombardia, la sinistra ha scelto il candidato meno spendibile e più sacrificabile – commenta a sua volta Gianluca Comazzi, capogruppo lombardo di Forza Italia –. Majorino, ex assessore di Milano finito da anni nel dimenticatoio a Bruxelles. Da assessore comunale fu il principale promotore della “marcia dei migranti”, un inno all’accoglienza di migliaia di immigrati nella nostra città".