Branchi di lupi in Lombardia, le richieste degli agricoltori: “Devono avere paura dell’uomo”

I responsabili di Cia chiedono un intervento deciso per evitare problemi alle aziende del territorio: “Si valutino anche gli abbattimenti preventivi”. In regione sono stati censiti 21 branchi

Milano, 14 febbraio 2024 – Incursioni dei lupi nei terreni delle aziende agricole: le associazioni di categoria chiedono un impegno alla politica. Dopo che ieri sono stati forniti i dati riguardo la presenza del predatore in Lombardia, con il censimento di almeno 21 branchi che si aggirano tra i boschi e le montagne della regione, si avanzano le istanze delle “vittime” degli animali. 

Un lupo (Archivio)
Un lupo (Archivio)

A farsi portavoce delle problematiche segnalate da numerosi agricoltori in regione è la Cia (la Confederazione italiana agricoltori), nella persona della vicepresidente Lorena Miele. “La gestione e il continuo monitoraggio sono quanto mai fondamentali per salvaguardare le aziende agricole e contemporaneamente garantire al lupo il suo ruolo ambientale”, spiega la dirigente, commentando i dati forniti ieri nel corso della seduta del Gruppo di lavoro Commissione regionale speciale Valorizzazione e tutela dei territori montani Rapporti con la Svizzera.

“Serve una legge speciale per la gestione del lupo, che non è più una specie in via d’estinzione ma anzi, prolifera molto velocemente e oggi come non mai è un grosso problema per le aziende agricole e per chi pratica allevamento amatoriale”, spiega Lorena Miele.

Le strade da seguire

“Ben vengano gli incrementi ai bandi per le attività di prevenzione, che sono una risorsa importante per chi ha perdite di bestiame, ma che non sono la soluzione al problema –spiega la vicepresidente di Cia – Non è possibile cintare pascoli enormi, così come diventa economicamente insostenibile avere pastori presenti 24 ore al giorno a guardia dei greggi. La pastorizia, ricordiamo, serve anche a garantire la pulizia delle praterie montane, habitat di molte specie di piccoli animali che rischiano di sparire.”

Il fatto poi che il lupo abbia sempre meno paura dell’uomo è uno dei principali problemi nella gestione di soggetti che si avvicinano sempre più ai centri abitati, situazioni che sarebbero evitate se si procedesse all’abbattimento preventivo, attività oggi vietata in Italia.

L’ipotesi abbattimenti preventivi

“È scientificamente provato che finché il lupo ha paura dell’uomo diminuiscono gli attacchi – sostiene la dirigente di Cia – La Svizzera da tempo opera con successo abbattimenti preventivi di soggetti giovani, di modo che il branco identifichi il pericolo e si tenga lontano da edifici e allevamenti controllati dall’uomo.”

Non si parla di eradicazione, bensì di gestione: “Servono un controllo e una gestione costante della popolazione, per ottenere che i danni causati dai lupi siano prossimi allo zero – chiude Miele – La Francia ha ottenuto una deroga per gli abbattimenti, auspichiamo che anche in Italia si possa intervenire per evitare che i branchi aumentino sempre più, causando non solo danni al bestiame, ma veri e propri attacchi alle persone, come turisti e pastori”.