Lupi in Lombardia, i consigli degli esperti in caso di incontri ravvicinati

Dal rumore con un bastone alla fuga indietreggiando: una guida per evitare incidenti e brutte sorprese

Il lupo catturato dalla fototrappola sopra Gandellino, in Val Seriana

Il lupo catturato dalla fototrappola sopra Gandellino, in Val Seriana

Bergamo – Sono ormai più di vent’anni che il lupo è tornato in Lombardia. Se da una parte è una buona notizia perché indica un territorio in buona salute, dall’altra ripropone la questione della convivenza con l’uomo e le sue attività. Ecco quindi una serie di consigli e avvertenze per evitare brutte sorprese.

Paura dell’uomo

Il lupo è un animale schivo e ha paura dell’uomo. Preferisce evitare un contatto diretto e frequentare spazi estesi e la natura incontaminata. I suoi sensi sono estremamente acuti per cui è altamente improbabile l’eventualità di avvistarlo prima che lui si accorga della nostra presenza e si allontani.

La femmina coi cuccioli

Nonostante l'improbabilità statistica di un incontro ravvicinato, non esiste un “rischio zero”, il pericolo è connaturato ad un certo grado di imprevedibilità dell'animale selvatico.

Quando l’esemplare femmina sta accudendo i cuccioli, da pochi mesi a 1-2 anni di età, ci sono maggiori rischi nel caso di un incontro ravvicinato per l’istinto di protezione della progenie. Quando un esemplare di lupo abbandona la madre può andare a cercare un altro territorio, tecnicamente si dice “in dispersione”, dove ci siano prede e possibilmente un altro sesso opposto per formare un nuovo branco.

Fare rumore

La prima regola spesso infranta dall’escursionista è quella di non essere mai da soli, utile sia per chiamare aiuto in caso di incidente che per prestare i primi soccorsi nell’emergenza. È buona norma segnalare la propria presenza, parlando con l’accompagnatore, od usando un bastone per picchiare il terreno: regola che vale il lupo, ma anche per l’orso, il cinghiale o le vipere.

Non dargli le spalle

In caso di incontro ravvicinato la regola di prudenza generale è non scappare e non sopravvalutare le proprie forze, sforzarsi di mantenere la calma e considerare che il lupo corre più veloce di un uomo; non correre quindi ma indietreggiare possibilmente senza dare la schiena: fare il più rumore possibile per spaventarlo, anche battendo le mani o gridando.

Il progetto europeo Life WolfAlps

La Polizia Provinciale monitora le segnalazioni, posizionando fototrappole, raccogliendo campioni genetici e trasmettendo tutti dati raccolti a Regione Lombardia che coordina il progetto comunitario Life WolfAlps, finalizzato al miglioramento della coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi e costruendo e realizzando soluzioni condivise insieme ai portatori di interesse, per garantire la conservazione a lungo termine del lupo sulle Alpi.