Luca Morisi, i due romeni fermati: "Ci ha dato la droga dello stupro"

Dopo il festino con altri quattro uomini nel cascinale, il posto di blocco e la scoperta. Salvini solidale con l'ex guru della Bestia, social impietosi

Il cascinale del festino e, a destra, Luca Morisi

Il cascinale del festino e, a destra, Luca Morisi

Verona - Caso Morisi, la parola chiave potrebbe essere Ghb, la droga dello stupro. E la scena da chiarire resta quella del festino, la notte precedente, con altri quattro uomini nel cascinale. Perché nella fiala incastrata nel cruscotto dei due romeni fermati a un posto di blocco dai carabinieri, la sera del 14 agosto scorso, c’era una sostanza liquida, una droga che secondo i fermati, sarebbe stata data loro dall’ex spin doctor della Lega, Luca Morisi. “Sì, è Ghb - hanno detto subito i due ai militari - ed è stato Morisi a darcela, gratis“. Perché? Saranno comunque le analisi in corso a confermare la composizione chimica del liquido. Succede in una zona isolata del Veronese vicino al casello dell’autostrada A4 Venezia-Milano. Se si tratti di Gbl, la cosiddetta droga dello stupro, o di ecstasy liquida, o di altro ancora, lo stabiliranno le analisi. 

La ricostruzione dei dettagli sull’inchiesta che ha messo nei guai il guru mediatico di Matteo Salvini, di fatto il social media manager che aveva inventato “la Bestia“, comincia proprio da quella sera e da quel che sarebbe accaduto nel cascinale di Belfiore, in provincia di Verona, dove viveva Morisi quando era lontano dalla sua attività romana, e dove tutto sarebbe iniziato la sera prima, durante un festino a base di stupefacenti. Un festino un po’ particolare, a cui avrebbero partecipato tre o quattro uomini, secondo la Repubblica. Uno di circa 50 anni, che da qualche tempo frequentava l’abitazione, un secondo di identità sconosciuta e, appunto, i due ragazzi romeni, che Morisi avrebbe conosciuto su Internet. Secondo la ricostruzione della Stampa il festino sarebbe durato addirittura due giorni.

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Ma i movimenti sospetti attorno al cascinale, che ospitava dei lavoratori fuori sede, dove era parcheggiata anche la Maserati Levante di Morisi, non sono sfuggiti ai vicini, che avrebbero udito dei rumori per tutta la notte. Di qui le segnalazioni, che potrebbero avere un nesso anche con il fermo dei due romeni in auto e la scoperta della droga dello stupro. Fermo dopo il quale i carabinieri sarebbero andati a casa di Morisi, trovando anche due grammi di cocaina, quantitativo comunque ritenuto “per uso personale“. Il tutto senbra comunque escludere la tesi dello spaccio abituale per Morisi, orientando le indagini verso un episodio occasionale, per quanto ancora oscuro nel suo contesto.

I telefoni di Morisi sono stati comunque sequestrati ed è confermata l’iscrizione nel registro degli indagati dopo che i due giovani lo avrebbero indicato come colui che avrebbe ceduto loro droga liquida, anche se le analisi non hanno ancora confermato il contenuto di quella boccetta. Di certo l’inventore della “Bestia“, il social della Lega che ha consentito a Matteo Salvini di raccogliere decine di migliaia di followers, e voti - è stato costretto a lasciare ogni ruolo nel partito.  «Non ho commesso alcun reato» si difende l’ormai ex guru che però ammette: «sono caduto come uomo». E il leader del Carroccio non lo scarica: «ha sbagliato, ma potrà sempre contare su di me».

 

L’inchiesta, dicono investigatori ed inquirenti, dal punto di vista giudiziario è poca cosa. E aggiungono, per stoppare voci che già circolavano: non c’è stata alcuna attività di monitoraggio dell’abitazione di Morisi. «Un fatto banale», afferma il procuratore di Verona Angela Barbaglio che ha iscritto Morisi per sospetta detenzione e cessione di sostanza stupefacente «sulla cui natura si attende l’esito delle analisi». Morisi intanto ammette di aver usato droga e per questo chiede scusa a tutti, a partire da Salvini ed al suo storico amico e socio in affari Andrea Paganella.

«Non ho commesso alcun reato, ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo. È un momento molto doloroso della mia via, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine». Parole che il leader leghista raccoglie. «Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare sempre». 

Ma non è tutto: “Sono disgustato dalla schifezza mediatica che condanna le persone senza che ci sia un giudice o un tribunale a farlo, prima che sia un giudice a provare qualsiasi cosa”, denuncia Salvini. “Non conosco la vicenda, sono vicende personali”, ha aggiunto, “Luca e’ una bella persona, e’ un amico che conosco da una vita”. Ci sono giornalisti che sbattono “il mostro in prima pagina”, ha lamentato Salvini, “se poi la settimana prossima uscira’, come sono convinto, che il dottor Luca Morisi non ha commesso alcun reato, chi gli restituira’ la dignita’? Chi gli chiedera’ scusa?”.

Fedez
Fedez

Ma i social, quegli stessi che Morisi ha usato - come lui stesso ha detto più volte - per «amplificare il messaggio» del Capitano - non perdonano. L’hashtag Morisi è stato di tendenza in Italia per tutto il giorno: insulti e offese per lui e per il suo leader. Occhio per occhio. C’è chi messo Morisi al posto del tunisino di Bologna al quale Salvini andò a citofonare chiedendo ‘scusi, lei spaccia?’ , e chi ha postato le sue parole al termine del processo per la morte di Cucchi: «era un drogato e mi fa schifo». Il ministro della gioventù Fabiana Dadone, collega di governo: «Morisi ha fatto dell’aggressione digitale mestiere. Mi chiedo se qualcuno citofonerà a casa di Salvini». 

Fedez dedica al Capitano una storia su Instagram. «È un eroe contemporaneo. Oggi scopre anche lui di aver avuto al suo fianco un drogato ma che magicamente non diventa un drogato ma un amico da aiutare a rialzarsi». C’è anche chi prova a distinguersi. Matteo Renzi invita a «essere diversi da chi sparge odio sui social» e Lapo Elkann, un altro che con la droga ha fatto i conti, vorrebbe che gli fosse risparmiata quella gogna che è toccata invece a lui.