Caso Morisi, uno dei ragazzi escort: sono stato male. Ho chiamato io i carabinieri

La difesa di Morisi ribadisce "l'irrilevanza penale" di quanto accaduto e nega la cessione di droga come il coinvolgimento di una quarta persona nel festino

Luca Morisi, mantovano, ex guru dei social della Lega

Luca Morisi, mantovano, ex guru dei social della Lega

 "Eravamo in tre nella cascina con me anche un mio amico connazionale, siamo stati contattati via web. Sono un modello ma per necessità faccio anche l'escort. Il compenso era di 4mila euro per una giornata. A un certo punto mi sono sentito molto male a causa delle sostanze assunte, sono scappato dall'abitazione e ho chiamato i carabinieri". Questa la versione di uno dei due giovani rumeni, che ora sarebbe rientrato in patria,  sul festino  nella barchessa di Belfiore tra il 13 e il 14 agosto con Luca  Morisi, l'ex spin doctor della Lega e "padre" della campagna social di Matteo Salvini.

Ma Luca Morisi continua a negare di aver dato ai due ragazzi la fiala di Ghb trovata nell'auto e sarebbe pronto a spiegare perché ci fossero due grammi di cocaina nei piatti in bella vista . "C'è la piena disponibilità a chiarire tutti gli aspetti della vicenda" dice il suo legale  Fabio Pinelli negando però che sia stato  Morisi a cedere la droga e ribadendo "l'irrilevanza penale" della sua condotta.

Parole che contrastano con la versione del ragazzo: "quella notte mi ha distrutto la vita, la droga dello stupro me l'ha data lui" dice in un'intervista a Repubblica e al Corriere della Sera.  Lui e l'amico, racconta, sarebbero stati contattati da Morisi via web e il compenso pattuito per la serata era di 4 mila euro, che non sarebbero poi stati pagati.  "La carta era bloccata o qualcosa del genere, c'era qualcosa che non andava". Il ragazzo aggiunge poi che di quella serata di agosto ha "prove, foto e messaggi che dimostrano che tutto ciò che dico è la verità" . E sarebbe stato lui, dopo aver detto che a dargli la droga liquida era stato Morisi, ad indicare ai carabinieri dove erano nascosti parte dei 2 grammi di cocaina trovati in casa sua.

Un racconto negato da Morisi: quella boccetta non è roba mia.Sul fronte dell'inchiesta è probabile che affidi la sua versione dei fatti a una memoria o che lasci ai legali il compito di spiegare quello che, ha ripetuto l'avvocato, "è un fatto che attiene alla vita privata dell'interessato".

L'avvocato Pinelli ha nuovamente puntualizzato che non esiste nessun quarto uomo, nella cascina a Belfiore c'erano solo Morisi e i due ragazzi romeni. Versione confermata anche dagli inquirenti e dagli investigatori. Nessun giallo quindi. Difesa e accusa invece divergono  sull'iscrizione nel registro degli indagati del ragazzo romeno trovato con la boccetta di presunta droga liquida. "Dagli atti nella legittima disponibilità della difesa, risulta sottoposta ad indagine un'ulteriore persona" ha detto Pinelli dopo che il procuratore Angela Barbaglio aveva sostenuto che "l'unico indagato è Luca  Morisi. Non c'è nessun altro per questo procedimento". E qui è un mezzo giallo perché il capo della procura ha poichiarito: "Nell'indagine su  Morisi io ho riferito solo ciò che ricordavo quando mi è stata comunicata la notizia di reato, un mese e mezzo fa: e in quel momento riguardava solo la cessione di una sostanza liquida, che i due ragazzi asserivano essere droga. Cosa sia successo dopo ovvero se il collega Aresu, nel proseguo delle indagini, sia arrivato ad iscrivere una o altre persone, non lo so. Se l'avvocato Pinelli sostiene che oltre a questi c'è un secondo indagato, uno dei due ragazzi, immagino che lo faccia a ragion veduta, avendo contattato il pm per approfondire gli atti dell'inchiesta".

Certo è che nel decreto di nomina del difensore d'ufficio e di convalida della perquisizione e sequestro è scritto che "il pm Stefano Aresu, visti gli atti del procedimento numero..." procede "nei confronti di Luca Morisi" e del ragazzo romeno ai sensi "dell'articolo 73 comma 4" del testo unico sugli stupefacenti (Dpr 1990/309), vale a dire per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Il procuratore Barbaglio dice però che dal 14 agosto, data della denuncia di Morisi e del romeno, la procura ha effettuato gli accertamenti necessari, a partire da quelli sui tabulati per capire che tipo di frequentazione ci fosse tra i tre, "e nulla è emerso". E quindi? Dal punto di vista giudiziario tutto potrebbe ridursi a nulla o quasi. Diverso ovviamente il piano politico.