Mental coach, da Bonucci a Jacobs e Biles: a cosa serve

Chi sono i professionisti dietro i successi dei grandi campioni dello sport

La mental coach Nicoletta Romanazzi e Marcell Jacobs

La mental coach Nicoletta Romanazzi e Marcell Jacobs

In principio era Leonardo Bonucci. Il calciatore, difensore della Juventus e della Nazionale, era stato fra i primi a "svelare" il segreto delle proprie prestazioni grintose in campo. Ora, anni dopo, a parlarne è stato nientemeno che la medaglia d'oro dei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo Marcell Jacobs. Cosa hanno in comune l'uomo più veloce del mondo e il neocampione d'Europa di calcio? Certamente talento, propensione al sacrificio e voglia di darsi da fare, ma anche una figura fondamentale: il mental coach.

Chi è il mental coach?

Letteralmente un allenatore della mente: questo è il mental coach. Non un santone o un mago della psiche, sia chiaro. Il mental coach è un professionista che aiuta chi mette a dura prova la propria mente a gestire le situazione di stress e a ottenere il massimo dal punto di vista di concentrazione e "presenza" mentale nel momento che si sta vivendo. Così come esistono gli allenatori che si occupano del potenziamento fisico, il mental coach affronta gli aspetti mentali di una competizione ma non solo: sono tanti anche gli imprenditori e i politici che si avvalgono dell'ausilio di queste figure professionali.

Il segreto di Marcell Jacobs

Il velocista medaglia d'oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo, Lamont Marcell Jacobs, ha ringraziato pubblicamente Nicoletta Romanazzi ovvero la mental coach che lo sta aiutando a migliorare anche e soprattutto in gara. "Abbiamo costruito uno staff intorno a me, adesso anche grazie alla mia mental coach sono più tranquillo e concentrato in gara" ha spiegato il neocampione olimpico. E infatti il risultato si è visto non solo con la vittoria della medaglia d'oro, ma anche e soprattutto nel modo di gestire la gara da parte della stella di Desenzano del Garda. Può l'intervento di una professionista come Nicoletta Romanazzi - la mental coach ha seguito anche il compianto Andrea Mari, fantino fra i più vincenti nella storia delle corse ippiche italiane recentemente scomparso a causa di un incidente stradale - portare a risultati così eccellenti? Sicuramente a questo deve essere accompagnato un percorso di crescita individuale e sportiva da parte dell'atleta, quel che è certo è che oggi più che mai ci si sta rendendo conto del fatto che la psiche debba essere allenata quanto ogni altro "muscolo". E Gianmarco Tamberi? Anche il marchigiano Gimbo deve ringraziare un mental coach, ovvero Luciano Sabatini. Dietro la sua rinascita dopo l'infortunio c'è anche lui.

I twisties di Simon Biles

Simon Biles, ginnasta americana tra le più titolate e forti del mondo, ha lasciato le Olimpiadi di Tokyo a causa dei "demoni" nella sua testa. Demoni che poi ha spiegato essere dei "twisties", ovvero il venir meno di punti di riferimento nello spazio. Si tratta quindi di una sorta di blackout mentale, che inevitabilmente si ripercuote sulle prestazioni fisiche degli atleti. Come può succedere? Secondo gli esperti, capita a chi ha avuto grossi traumi. In realtà quello dei "twisties" è un fenomeno che in tanti stanno ancora studiando e di cui sino a poco tempo fa si sapeva ben poco.