Milano, 22 settembre 2023 – Milano e Sondrio sono lontane 8mila euro. Il divario economico tra gli stipendi di province separate da un centinaio di chilometri sintetizza le differenze retributive esistenti all’interno della stessa regione. In Lombardia le buste paghe dei dipendenti impiegati nel privato sono le più alte d’Italia. Ma a trainare la media verso l’alto ( 33.452 euro) è soprattutto Milano: il capoluogo e l’hinterland viaggiano a cifre che sfiorano i 37mila euro, la Valtellina (ultima) si ferma a quasi 29mila.
La classifica
In mezzo ci sono Varese e Monza che con 32.525 euro e 32.294 occupano l’ottava e decima posizione a livello nazionale: rispetto a un anno fa, secondo il report “Geography Index 2023” dell’Osservatorio JobPricing, Varese ha scalato un gradino della classifica, la Brianza è scesa di due. Como si conferma al 14° posto in Italia con una media di 31.491 euro, 200 in più di Brescia salita dalla 22esima alla 19esima posizione. Bergamo con 31.077 euro è scesa dal 20° al 21° posto, mentre Lecco (30.934 euro) ne ha guadagnati due salendo al 23°. Cremona e Lodi chiudono il conto delle province lombarde che superano i 30.830 euro della media nazionale: Cremona è 24esima come un anno fa (30.903 euro), Lodi (30.871 euro) 26esima, cinque gradini in meno del report 2022. Le ultime tre sono anche quelle che hanno fatto registrate un peggioramento più marcato: Mantova con uno stipendio medio di 29.246 euro è scesa dal 43° al 46°posto, Pavia (28.977 euro) dal 48° al 53°, Sondrio ha perso dieci posizioni (56esima).
Lombardia
"La Lombardia è la regione che garantisce retribuzioni medie più alte in valori assoluti, Milano è la prima provincia: sembra un quadro roseo, eppure non ci siamo", spiega Chiara Mussida, docente di economia del lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, promotrice del workshop su disuguaglianze e povertà in programma il 6 e 7 ottobre a Cremona. "Nel 2022 le retribuzioni sono cresciute del 3,3%, un aumento che ha interessato tutte le posizioni: dirigenti, quadri, impiegati, operai. Ma l’adeguamento salariale è insufficiente rispetto alla dinamica dei prezzi e al costo della vita.
Inflazione
L’inflazione, infatti, è cresciuta dell’8,2% nel 2022 su base annua. E se consideriamo il periodo 2015-2022 l’incremento sale al 13,2%. I costi sono aumentati molto più di quanto non sia avvenuto per le retribuzioni: occorre trovare un sistema che garantisca coerenza tra gli adeguamenti degli stipendi e la dinamica dei prezzi". Le differenze territoriali, invece, "dipendono molto dalle caratteristiche delle imprese", osserva la professoressa Mussida. "Le multinazionali e le grandi aziende si concentrano a Milano e nelle province ai vertici della graduatoria salariale, come Varese e la Brianza. Queste realtà riescono a garantire condizioni economiche migliori rispetto alle imprese di piccole dimensioni. Per tutte, però, vale una considerazione: il costo del lavoro è molto alto per le imprese e ai dipendenti resta poco al netto della tassazione. Una differenza che viene tolta ai consumi".
“Anche nell’edizione 2023 si registra una grande dispersione dei range salariali con grandi differenze tra nord e sud, ma anche a livello regionale e provinciale – sottolinea Alessandro Fiorelli, ceo di JobPricing, leader nell’analisi e nella ricerca sulle dinamiche retributive nel mercato del lavoro privato italiano –. Non solo: dai nostri database emerge che spesso per una stessa posizione esistono differenze significative anche in territori contigui. Questo scenario porta a chiedersi, ancora una volta, se non sia giunto il momento di spostare il focus della contrattazione salariale dal livello nazionale a quello territoriale o addirittura aziendale per ottenere un sistema retributivo più equo e più efficiente nel coniugare domanda e offerta di lavoro. Con ogni probabilità in questo modo si avrebbe una ricaduta positiva sui livelli salariali. Un simile approccio, poi, potrebbe probabilmente consentire una maggiore velocità nei rinnovi dei contratti che, purtroppo, risultano spesso rallentati da dinamiche negoziali farraginose ed eccessivamente burocratizzate".