LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Iginio Massari e la legge che porta il suo nome: “Sarò un giudice severo, altro che Masterchef”

Alla Camera il ddl che istituisce il titolo di “Maestro dell’arte della cucina”. La star della pasticceria valuterà gli chef più meritevoli: “L’italia ha bisogno di promuovere le vere eccellenze”

Iginio Massari, 81 anni, presidente di Apei (Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana)

Iginio Massari, 81 anni, presidente di Apei (Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana)

Brescia – Chissà in quanti presentando la loro crema pasticcera alla Commissione esaminatrice si sentiranno dire da Iginio Massari "è inaccettabile". Ma a differenza di quanto succede a Masterchef, dove le parole restano confinate nella dimensione dello spettacolo, quel giudizio avrà un grande peso specifico. Significherà non poter essere riconosciuti come “Maestri dell’arte della cucina italiana”, il titolo professionale d’eccellenza che verrà istituito nel 2025 dalla legge che porta il nome del più famoso pasticciere italiano, ambasciatore della cucina tricolore nel mondo: la Legge Massari, appunto. Altro che stelle Michelin.

Massari, a cosa servirà il titolo di Maestro dell’arte della cucina italiana?

"Servirà a rendere ufficiale la differenza sostanziale tra il professionista del cibo e l’artigiano che con l’intelligenza delle mani è in grado di dar vita a prodotti eccezionali. E speriamo che sia solo un punto partenza: adesso è il cibo, sarebbe bello allargarsi man mano a tanti altri mestieri d’eccellenza. È una battaglia che porto avanti da 26 anni, ora finalmente anche l’Italia avrà un riconoscimento ufficiale per i mestieri di pasticciere, chef e artigiano del cibo, al pari di quanto avviene in Francia".

Il modello è proprio quello dei cugini d’Oltralpe con il loro Mof (Meilleur Ouvrier de France, cioè Miglior Artigiano di Francia), il titolo per chef e pasticceri creato nel 1924 e concesso solo a chi supera una selezione durissima. Un’istituzione che peraltro lei conosce molto bene, visto che è stato l’unico straniero ammesso a far parte della commissione esaminatrice. La legge istituirà quindi una sorta di Mof italiano?

"L’ispirazione è quella, anche perché è da quasi un secolo che in Francia esiste il Mof. Ma siccome non mi piace copiare, il nostro sarà diverso. Sarà migliore. È tanti anni che penso a una versione italiana di quello che fanno in Francia. Ho in mente con precisione le prove che i candidati dovranno superare".

E, c’è da scommetere, non sarà una passeggiata. Soprattutto perché a giudicare gli aspiranti maestri ci sarà il Maestro per eccellenza, partito nel 1971 dalla pasticceria “Veneto“ di Brescia e diventato una vera istituzione dell’arte della pasticceria oltre che star dei cooking show televisivi.

Che giudice sarà Massari?

"Sicuramente severo, perché l’Italia ha bisogno di promuoversi attraverso le vere eccellenze. Chi vorrà diventare Maestro dell’arte della cucina italiana dovrà dimostrare di avere una solida preparazione non solo tecnica. E vedremo se la sua è stata una vera formazione. Alle prove per il Mof in Francia, quando ho fatto l’esaminatore c’erano mille candidati, solo in 17 hanno ottenuto il titolo".

Davanti alla Commissione guidata da Massari si troveranno quindi professionisti magari già affermati ma che dovranno comunque dimostrare di conoscere a fondo tutti gli aspetti del mestiere. E chissà quanti dei tanti chef influencer, prodotto dell’esplosione del “fenomeno food“ in tv e sui social, avranno il coraggio di presentare la propria creazione davanti al commissiario ministeriale.

Chissà quante volte si troverà a dover dire «È inaccettabile», come succede a Masterchef.

"Vedremo... Quello che è certo è che giudicherò solo quello vedrò, proprio come in tv. Spesso infatti mi chiedono chi è il mio autore quando vado a Masterchef. La mia risposta è: nessuno. Sono i concorrenti e quello che presentano. I miei giudizi sono esattamente quello che penso".

Ora ci sarà addirittura una legge che porta il suo nome, come la fa sentire?

"È sicuramente motivo di grande orgoglio per me. Per i tanti anni di impegno nel promuovere l’eccellenza della cucina italiana. E poi, insomma, vuol dire che ci si ricorderà di quel rompiballe di Iginio Massari anche quando non ci sarà più".